Il Genosciogramma secondo la Psicogenealogia di Anne Ancelin Schützenberger

Anne Ancelin Shützenberger (1919 – 2018).

Il Genosociogramma è lo strumento principale usato nella Psicogenealogia di Anne Ancelin Schützenberger, fu ideato in origine da Henry Collomb, ed è il frutto dell’unione fra il Genogramma e la Sociometria di Jacob Levi Moreno. Si tratta di un albero genealogico commentato, che può essere usato anche per rappresentare graficamente lo svolgersi di una costellazione familiare [le Costellazioni Familiari sono una tecnica ideata in Germania negli anni ’80 dal celebre Bert Hellinger, e dalla prospettiva psicogenealogica sono considerate un atto simbolico [questa è una delle tante differenze con la Metagenealogia del famoso Alejandro Jodorowsky] poiché ci permettono di “metacomunicare”, ossia di esprimere in modo analogico contenuti inconsci che erano stati soppressi perché troppo dolorosi, e così facendo ci indicano esattamente dove sta il problema e anche come risolverlo – esiste infatti un misterioso Campo di Coscienza della famiglia, definito da Hellinger il “Campo”, grazie al quale i rappresentanti e il costellatore captano le vere emozioni dei membri di famiglia, e dal quale in genere si ottengono anche informazioni su come risolvere i conflitti rimasti irrisolti: il Campo viene sperimentato sotto forma di emozioni (a volte anche molto forti), sensazioni corporee, pensieri e intuizioni, dunque per potervi accedere è richiesto un minimo di capacità di auto-osservazione, nonché apertura ai propri sentimenti].

Un simpatico esempio di “Genogramma”, meglio conosciuto come “Albero Genealogico”.

Il nome Genosociogramma etimologicamente è l’unione del termine “Genogramma”, ossia un albero genealogico semplice, con il termine “Sociogramma”, ovvero la rappresentazione dei legami e delle relazioni che intercorrono fra i vari membri di famiglia. Dunque il Genosociogramma è un albero genealogico che presenta fatti significativi, avvenimenti importanti della vita dei singoli membri, e i legami affettivi fra di loro, indicati graficamente per mezzo di specifici simboli – come le “frecce sociometriche”.

Il Genosociogramma unisce quindi al Genogramma la Sociometria di Moreno, il quale introdusse il concetto di Atomo Sociale, ossia le persone, gli oggetti, i luoghi, eccetera più cari alla persona: una forma molto semplice di Sociometria è quella di chiedere al cliente di collocare prima sé stesso in un punto del foglio, e poi tutti questi elementi a distanza se non li sente parte di sé, se li sente lontani e quindi non li vuole vicini, e più vicini a lui / lei, se ha un rapporto molto stretto con loro.

Mentre il genogramma o albero genealogico permette di rappresentare la struttura esterna, di apparenza della famiglia, il genosociogramma mostra la sua struttura interna, il modo in cui i singoli membri si percepiscono l’un l’altro, la loro vicinanza e lontananza emotiva, il modo in cui vedono il loro ruolo e quello degli altri, eventuali dinamiche nascoste e inconsce che a prima vista sfuggono poiché sono spesso “proibite” e quindi hanno bisogno di essere celate a tutti, persino a chi le ha originate. Il genosociogramma è quindi un vero e proprio “romanzo grafico” che mette in luce le dinamiche segrete fra i membri, le identificazioni inconsce con gli antenati, i lutti non elaborati, le ripetizioni di date ed eventi, segreti, e così via.

Infatti il solo atto di stilare il proprio genosociogramma è terapeutico e permette di prendere coscienza della verità rispetto alle dinamiche di famiglia, dunque ci mette in contatto diretto con l’inconscio collettivo del nostro sistema famiglia.

Un esempio di Genosociogramma, che presenta anche una freccia sociometrica.

Secondo Anne Ancelin Schützenberger il genosociogramma rappresenta lo strumento elettivo nell’analisi psicogenealogica, non solo perché mette in evidenza quelle che sono le vere dinamiche di famiglia e porta al livello conscio la visione inconscia che ciascuno di noi ha della propria famiglia – visione che in questo modo può essere modificata – ma anche perché il cliente, nell’atto stilare il proprio genosociogramma, può avere delle dimenticanze, dei lapsus, degli atti involontari, come per esempio dimenticarsi di mettere la croce quando sta rappresentando un parente morto, segnalando che si tratta di un lutto non elaborato; dunque bisogna osservare attentamente il cliente mentre stila il suo genosociogramma, e all’inizio è importante farglielo disegnare come meglio crede, senza dargli istruzioni, e vedere come rappresenta i vari membri.

Per esprimere tutto questo in termini più tecnici, possiamo dire che il genosociogramma permette di avere sia una visione psicanalitica (dinamiche inconsce) che una visione sistemica (il ruolo rivestito da ciascuno nel sistema famiglia) di un gruppo famiglia.

Qualsiasi errore nella compilazione del genosociogramma, così come eventuali vuoti, come per esempio mancanza di dati riguardo un nonno o un bisnonno (non se ne conosce la data di morte o addirittura non se ne conosce neppure il nome), comunica informazioni importanti riguardo la famiglia: questo è un indizio che lì può ad esempio risiedere un segreto inconfessabile. I vuoti quindi “parlano da soli”.

Il genosociogramma deve rappresentare almeno 3 generazioni, se il cliente ha figli si arriva anche solo fino ai nonni, altrimenti è necessaria anche la generazione dei bisnonni. Per formulare ipotesi psicogenealogiche infatti abbiamo bisogno di almeno 3 generazioni. 

Nel genosociogramma vanno inclusi anche tutti gli abortiti e i nati morti, che spesso, non essendo stati propriamente ricordati, possono essere ri-presentati dalla Coscienza del Sistema Famiglia in vari modi nelle generazioni successive, per esempio “irretendo” un discendente, ossia facendo “rivivere” l’antenato in lui / lei [condizione della quale ci si può naturalmente liberare]: in estrema sintesi, un soggetto irretito da un antenato sente di non star vivendo la sua esistenza e non si accorge di “comportarsi come” o di avere caratteristiche identiche all’antenato (che può anche non conoscere se ad esempio si tratta di un bisnonno), ossia sta rivivendo il “destino” dell’antenato. La Coscienza Sistemica ordina che qualsiasi atto incompiuto, vuoto o esclusione venga in qualche modo “riparato” dai discendenti, anche se per “riparare”, questi ultimi vengono danneggiati – si tratta quindi di una Coscienza “cieca” che tutela gli ascendenti mentre non ha “riguardi” per i discendenti. 

Un altro esempio di Genosociogramma – questo prende in considerazione 3 generazioni, ma è semplificato perché ad esempio non vediamo comparire i fratelli dei genitori, e mostra bene il fenomeno della ripetizione transgenerazionale di alcolismo, depressione e suicidio dai nonni ai nipoti – ci tengo a specificare che queste problematiche però possono nascere anche per altre ragioni, ad esempio se il figlio non si sente visto, amato e supportato dai suoi genitori, quindi non è detto che si tratta di dinamiche “ereditate” – non bisogna insomma pensare che le dinamiche familiari siano facilmente categorizzabilli, occorre indagare con attenzione caso per caso!