Teosofia

LE PRINCIPALI DIFFERENZE FRA LA TEOSOFIA ORIGINALE E LA PSEUDO-TEOSOFIA SUCCESSIVA, spiegate dalla “United Lodge of Theosophists”

Come teosofa, e avendo in particolare studiato sia i lavori della Blavatsky che quelli della Bailey, ho trovato molto interessante questo documento divulgato dalla ULT, che trovate in originale e in formato Pdf alla fine di questo articolo.

Effettivamente dopo anni di studi mi sono resa conto che c’erano delle grandi differenze fra i testi di HPB e quelli della Bailey – addirittura ho trovato più moderni i lavori della Blavatsky, principalmente per il fatto che hanno “demolito” i miti del Cristianesimo come il culto di un Dio antropomorfo e di “Gesù Cristo” già negli anni ’70 del 1800. Sono riuscita a giungere ad una maggiore comprensione facendo ricerche in lingua inglese, e questo è uno dei documenti che ho trovato fino ad ora.

Per chi vuole conoscere in modo più dettagliato la Teosofia, qui trova il primo di tutti gli articoli e le dirette YouTube che ho tenuto in merito, a partire dalla fine del 2019.


LA DIVINITÀ, DIO E IL LOGOS

Gli insegnamenti teosofici originari utilizzano raramente il termine “Dio”. Invece parlano più in generale della “Divinità” o del “Princìpio divino”, arrivando a volte a riferirsi ad Esso come “Parabrahm” o “Brahman”, altre volte usano il termine cabalistico “Ain Soph”, ossia l’infinito, la Non-Cosa senza limiti, la quale è Tutto il Creato; altre volte ancora si riferiscono al Divino denominandolo “Adi-Buddhi”, termine preso in prestito dal Buddhismo esoterico.

Infatti nella letteratura teosofica originale troviamo le seguenti affermazioni (nota che il grassetto è mio):

Gli alti Iniziati e Adepti […] credono in una pluralità di “dèi” e non conoscono nessun “Dio”, poiché per essi esiste solo una Divinità indipendente e non condizionata” (H. P. Blavatsky, The Secret Doctrine, Vol. I, p. 295).[1]


“La Divinità non è Dio” (S.D. Vol. 1, p. 350).[2]


“Parabrahm non è Dio” (S.D. Vol. 1, p. 6).


“È proprio al fine di evitare concezioni così antropomorfiche [del Divino, N.d.T.] che gli Iniziati non utilizzano mai l’epiteto “Dio” per designare il Primo e Unico Princìpio nell’Universo” (S.D. Vol. 2, p. 555).


“L’idea che esista un Dio e un Demonio farebbe arrossire qualunque Chela[3] che abbia intrapreso il cammino iniziatico da appena 6 mesi, poiché una tale credenza dimostrerebbe una grande ingenuità da parte di chi crede in essa. I Teosofi non credono né in Dio né nel Demonio, credono invece nel Grande TUTTO, ossia in Sat, l’esistenza assoluta, infinita e unica, della quale non esiste alcuna replica, e che non è né un Essere né tantomeno una creatura antropomorfa, ma che È, e che NON può mai non essere”. (H.P.B., Misconceptions).


“Nella nostra filosofia non esiste nessun Dio, né crediamo in un concetto simile, men che mai nella figura di uno il cui pronome necessita della lettera H maiuscola […].[4] La nostra dottrina non conosce compromessi, essa si limita a negare o a confermare, poiché insegna solamente ciò che ritiene sia la realtà. Per cui neghiamo l’esistenza di una figura denominata “Dio”, esattamente come fanno i filosofi e i Buddhisti […] sappiamo bene che nel nostro sistema di pensiero non esiste nulla di corrispondente all’idea di “Dio”, che esso sia intenso in senso personale o impersonale. Parabrahm non è un Dio, ma legge assoluta e immutabile […], dunque dalla nostra prospettiva possiamo affermare con sicurezza che non esiste alcun “Dio” […]. Si tratta di un’idea che non è affatto innata nell’essere umano, ma che gli è stata inculcata da altri, di conseguenza l’unica cosa in comune che noi teosofi abbiamo con tutte le altre teologie del mondo è che riveliamo l’Infinito”. (Mahatma K.H.).[5]

La Teosofia originaria insegna che la Causa priva di Causa e la Radice priva di ogni Radice è l’Uno, Assoluto, Infinito, Onnipresente, Impersonale ed Eterno Princìpio Divino, e che quindi nell’Assoluto non può esistere nulla che sia finito, condizionato, relativo, antropomorfo, personale o che abbia sembianze umane. Dell’Assoluto si parla con riverenza, utilizzando termini come “ESSO” e “QUELLO”, piuttosto che “Lui” o “Egli”. Infatti esso non è affatto un Essere ma l’Essere di per sé.

L’Assoluto non è solo la Sorgente senza Sorgente del Tutto, ma anche il Vero Sé, la natura essenziale, più intima di ogni singolo essere vivente e di tutta la vita. Esso è sia lo Spirito Divino Assoluto che la Sostanza Divina Assoluta. È dunque Pura Coscienza. Alla luce di queste spiegazioni, capiamo come non dobbiamo e non possiamo rivolgere preghiere all’Assoluto e Infinito, poiché NOI STESSI SIAMO L’ASSOLUTO E INFINITO. Piuttosto che pregare, dobbiamo decidere di agire, lavorare e vivere per e come questo che risiede in tutte le creature.

La Legge Ciclica, inclusa la sparizione e la riapparizione periodica del nostro Universo,[6] è uno degli insegnamenti principali della Teosofia originaria. L’Universo nasce – o meglio riemerge – grazie al fatto che il Logos viene irradiato dall’Assoluto. “Logos” è un termine che significa “Parola”, “Linguaggio” o “Voce” in greco – è l’espressione oggettiva del soggettivo e astratto Assoluto. Il Logos non è un essere personale o un Dio, ma è la Luce-e-la-Vita-dell’Universo-che-Tutto-Anima, un Princìpio universale spirituale di esistenza, manifestazione ed evoluzione. Esso si manifesta nel corso di tre stadi differenti, i quali sono per questo a volte denominati i “Tre Logoi”, ma l’idea di base è che naturalmente questi tre siano manifestazioni diverse sempre dell’Uno – dunque esiste veramente solo un Logos.

Dopo la scomparsa di Madame Blavatsky e di William Q. Judge, è emerso un sistema di pensiero completamente diverso e assai contraddittorio, il quale si è fatto denominare “Teosofia”, poiché mirava a sostituire la disciplina originaria, affermando di esserne la versione “aggiornata, più corretta e migliorata”. Questo secondo movimento “teosofico” è stato ideato da C. W. Leadbeater e Annie Besant della “Società Teosofica di Adyar” e successivamente promulgato da Alice Ann Bailey, la quale fondò la sua propria società, conosciuta sotto il nome di Lucis Trust e Scuola Arcana. Gli insegnamenti della Bailey sono basati quasi interamente sulle teorie di Besant e Leadbeater, alle quali ha però apportato moltissime rielaborazioni e aggiunte.

Questa seconda “Teosofia” è in aperta contrapposizione con quella originaria (teosofia blavatskyana), asserendo che la più elevata immagine che ciascuno di noi può farsi del Divino è quella del “Logos Solare”, il quale venne da loro descritto come il “Dio del nostro sistema solare”. In questi insegnamenti successivi infatti non vi è menzione del termine Parabrahm o l’Assoluto, né tantomeno del concetto di Logos Universale. Queste dottrine si focalizzano invece sul “Logos Solare” e sul “Logos Planetario”. Nella Teosofia originaria della Blavatsky il “Logos Solare” è menzionato solo una volta, mentre non c’è traccia del “Logos Planetario”.

In questo secondo sistema di pensiero che si spaccia per Teosofia, il Logos Solare e quello Planetario sono spesso chiamati “Dio”, e sono visti come esseri simili agli umani, dotati di personalità e individualità, e quindi vi si fa frequentemente riferimento come ad un “Lui”. Affermano che il Logos abbia raggiunto tale livello dopo aver superato i vari gradi dell’Iniziazione, e che provi un grande amore nei confronti dell’umanità, volendo addirittura comunicare con lei.

Leadbeater e Besant dicevano di aver avuto un colloquio privato con il Logos Planetario, e il primo asseriva di aver persino visto e incontrato di persona il Logos Solare, del quale descrisse nel dettaglio l’aspetto umanoide, e per il quale compose diverse preghiere di adorazione, riservate ai membri di una supposta chiesa “teosofica”, denominata “Chiesa Cattolica Liberale”.


I 7 PRINCÌPI CHE COSTITUISCONO L’ESSERE UMANO

Gli insegnamenti teosofici originari ci dicono che l’uomo è dotato di una natura settenaria – ossia che ciascuno di noi è dotato di 7 “princìpi” o componenti. 3 di questi principi sono immortali, e quindi vengono mantenuti di incarnazione in incarnazione, mentre gli altri 4 durano solo una vita, e quindi si rinnovano ad ogni successiva rinascita. Questi ultimi 4 principi vengono denominati “Quaternario Inferiore”, mentre la vera triade umana è chiamata “Triade Superiore Imperitura” / “Triade Spirituale” / “Triade Superiore”.

In sintesi i 7 principi sono:[7]

  1. Il nostro Sé Superiore, puro spirito eterno, universale e indivisibile, chiamato Atman in sanscrito.
  1. La nostra Anima Spirituale, veicolo per il diretto irraggiamento della luce dello Spirito, chiamata Buddhi in sanscrito.
  1. La nostra Anima Individuale Umana, la quale è il nostro Principio Mentale Superiore, il nostro Ego[8] o “Io”, la nostra Individualità Permanente, la parte di noi che si reincarna rimanendo sempre immutata, chiamata Manas in sanscrito.
  1. La nostra Natura Passionale, l’elemento del desiderio[9] descritto figurativamente come “Anima Animale”, chiamata Kama in sanscrito.
  1. La nostra Natura Vitale, la forza vitale che ci tiene in vita come corpo fisico denso, chiamata Prana in sanscrito.
  1. Il nostro Corpo Astrale, il modello sottile e invisibile attorno al quale viene creato il corpo fisico, che è anche il veicolo tramite cui fluisce il Prana, giungendo nel corpo denso, chiamato Linga Sharira in sanscrito.
  1. Il nostro Corpo Fisico, il quale non è nulla di più del guscio esterno e il veicolo sul piano terreno di tutti gli altri principi menzionati sopra, chiamato Sthula Sharira in sanscrito.

La Teosofia originaria parla dell’unione di Atma e Buddhi, unione che forma la Monade, la parte più elevata e universale del nostro essere.

Successivamente sono stati “scoperti” altri princìpi ad opera di C. W. Leadbeater, tramite le sue “rivelazioni” chiaroveggenti, mai verificati da nessuno, e così le definizioni già esistenti (i 7 principi della teosofia originaria) vennero tutte modificate e rese praticamente irriconoscibili, fino ad arrivare a invertirne l’ordine e a trasformare le relative definizioni. Si giunse a rendere la Monade una specie di individualità suprema e divina, una forma più elevata e distinta da Atma (la quale diviene ora semplicemente la “forza della volontà spirituale”) e da Buddhi; venne poi introdotto il concetto di “corpo eterico, il quale si trova a svolgere la sua funzione in parallelo a quella del corpo astrale (Linga Sharira).

Gli insegnamenti originali non usano mai il termine “corpo eterico”, né riconoscono o menzionano alcun corpo sottile che corrisponda alla descrizione che è stata data di questo supposto “corpo”.

Non a caso gli insegnamenti successivi che si sono fatti spacciare per “teosofia”, evitano sempre accuratamente di utilizzare il nome “Sette princìpi”,[10] dato che parlano di 8 o addirittura 9 principi.

Nel 1889 H. P. Blavatsky scrisse, nel suo articolo Un segnale di pericolo:

La terminologia, introdotta quindici anni fa nella Società Teosofica, è l’unica vera terminologia […] Essa non può più quindi essere modificata al momento presente, o una tale modifica rischierebbe di scatenare il caos, creando solamente confusione.

CRISTO, MAITREYA E LA “SECONDA VENUTA”

Fu solo nel 1909, ossia 18 anni dopo la morte di Madame Blavatsky, che venne introdotto il concetto dell’imminente ritorno sulla Terra del “Signore Cristo-Maitreya, l’Insegnante Mondiale, ad opera della Società di Adyar. Questa dottrina venne originata da Leadbeater ed è totalmente in opposizione con tutto ciò che è stato insegnato dalla Blavatsky. Ad esempio:

  1. La Teosofia originaria, la quale utilizza molto raramente il termine “Cristo”, ne riconosce però l’esistenza, denominandolo a volte “Christos” e servendosi di tale nome per indicare un principio universale e spirituale, ma sottolinea sempre come il Cristo NON sia affatto un essere umano, tantomeno un’entità spirituale dotata di individualità.
  1. La Teosofia blavatskyana non crede che il Signore Cristo e il Signore Maitreya siano lo stesso individuo. Maitreya è tuttavia un nome dato al Buddha della Sesta Razza Radice, che non farà la sua apparizione prima della fine del Kali Yuga, fra migliaia di anni. Nel suo articolo Lama e Drusi, H.P. Blavatsky ammonisce che Maitreya non assumerà la forma che ci aspettiamo noi, visto che: “Sarà L’Unica Saggezza e si incarnerà in tutta l’umanità, non in un unico individuo”.
  1. La vera Teosofia non insegna nemmeno che il Signor Cristo-Maitreya sia il “Maestro di tutti i Maestri”, né si riferisce a tutti gli altri Maestri e Adepti definendoli i “Discepoli del Cristo”. Inoltre non ha mai dichiarato che Cristo o Maitreya “possederono” o “adombrarono” il “Maestro Gesù”, al fine di portare a compimento una missione che Gautama Buddha non era stato in grado di adempiere in modo adeguato, come invece è stato affermato da Leadbeater, Besant e Bailey – quest’ultima trattò più di tutti gli altri tale tema nelle sue opere.

In altre parole, la Teosofia originaria non innalza il Cristo ad una posizione di preminenza rispetto al Buddha.

  1. La Teosofia blavatskyana non afferma affatto che la comparsa o la venuta di un grande Avatar o Salvatore sia prossima. Al contrario, nella Dottrina Segreta viene spiegato che: “L’apparizione di un nuovo Salvatore dell’Umanità non avverrà assolutamente durante il Kali Yuga, la nostra attuale e terrificante “epoca oscura”, in cui predomina il materialismo sfrenato” (S.D. Vol. 1, p. 470 – versione inglese).
  1. La vera Teosofia non eleva nessun essere in particolare al livello di “Maestro Mondiale”.
  1. La Teosofia originaria non supporta la recitazione di una “Grande Invocazione”, come invece viene fatto negli insegnamenti della Bailey,[11] invocazione che servirebbe a “fare spazio” in modo che un grande Avatar possa tornare più velocemente nel mondo terreno. Al contrario la Teosofia delle origini spiega che tali rari eventi accadono sempre e solo in accordo con la Legge Ciclica, e che quindi non possono essere “ordinati” o comandati dagli esseri umani a loro piacimento […].

Anche se alcuni hanno affermato che il Movimento Teosofico stesso sia stato fondato affinché ci si possa preparare per e infine proclamare la Seconda Venuta di Cristo, non c’è nulla che supporti una tale tesi. L’unica cosa certa è che questa sicuramente non è la Teosofia divulgata dalla Blavatsky.


I MAESTRI DI SAGGEZZA

Anche se gli insegnamenti teosofici blavatskyani di tanto in tanto fanno riferimento all’esistenza di grandi Maestri, Mahatma, Adepti e Iniziati, i quali sono i custodi della Dottrina Esoterica e delle sue eterne Verità, pongono l’enfasi unicamente sulla filosofia di per sé, e NON sui Maestri.

H. P. Blavatsky.

Non a caso né HPB, né William Quan Judge o i Maestri stessi hanno mai divulgato informazioni e dettagli circa i ruoli, i compiti, l’ubicazione, le vite passate, le posizioni gerarchiche rivestite, i livelli, e i gradi di iniziazione raggiunti da suddetti Maestri. Invece la seconda “teosofia” ha fatto esattamente questo, arrivando persino a pubblicare complesse tabelle e grafici che dovrebbero illustrare il funzionamento segreto della struttura gerarchica della Grande Fratellanza dei Maestri.

Pubblicarono pure resoconti molto dettagliati circa l’apparizione fisica dei Maestri, e alcuni di questi “teosofi” descrissero i loro supposti incontri e le amicizie che ne nacquero con i Maestri, inventando al contempo tutta una serie di “nuovi” Maestri, dei quali la Teosofia non parla, come ad esempio il “Maestro Gesù”, “Il Veneziano”, “Maestro R.”, “Maestro P.”, “Maestro Giove”, eccetera.

Venne introdotto anche Sanat Kumara come il “Grande Re, il Signore del Mondo”, una deformazione della vera natura e del vero ruolo rivestito del Maha Chohan, l’antropomorfizzazione del Manu. Ricordiamo poi l’elevazione del “Cristo-Maitreya” al ruolo di Maestro di tutti gli altri Maestri, i quali sono descritti come “fedeli servi e discepoli del Cristo” che promuovono l’utilizzo di rituali e cerimonie, oltre a supportare la Chiesa Cristiana, mentre il Buddhismo e tutte le autentiche tradizioni esoteriche orientali vengono messe in secondo piano.

La Teosofia originaria non ruota affatto attorno al culto dei Maestri o dei loro supposti ritratti, quanto piuttosto sulla Filosofia Esoterica e sulla Scienza Spirituale – che risponde al bisogno umano di sentirsi pienamente “vivi” e di condurre un’esistenza ricca di significato – così come è stata presentata dai veri Maestri o Mahatma tramite la loro “Agente DirettaMadame Blavatsky, nell’ultimo quarto del diciannovesimo secolo.


LA QUESTIONE DELL’EREDITÀ

Tutte queste alterazioni e storpiature della Teosofia originaria derivano dalla questione della “Successione Occulta”, la quale è pure la causa di tutte le rotture e le divisioni che si sono avute all’interno del Movimento Teosofico.

Nessuna delle dichiarazioni fatte dai cosiddetti “teosofi” successivi alla Blavatsky circa l’eredità a loro lasciata da quest’ultima, è mai stata verificata. Abbiamo però in nostro possesso numerose lettere e dichiarazioni fatte dai Maestri stessi, nelle quali sottolineano più volte che HPB è la loro “Agente Diretta”, loro “Fratello”, “nota al mondo sotto il nome di H.P.B., ma conosciuta da noi con un altro nome”. Dichiararono esplicitamente che non potranno mai trovare un Messaggero e Rappresentante migliore di lei, e che per tale ragione supportano pienamente tutti i suoi scritti e il suo operato.

I Maestri Morya e Koot Hoomi certificarono per mezzo dei loro scritti e in diverse occasioni, di essere i veri autori della Dottrina Segreta, e che quest’opera monumentale è stata una “tripla produzione” composta da loro due insieme alla Blavatsky. Dissero pure che ci vorranno diversi secoli prima che verranno divulgati altri estratti degli insegnamenti esoterici, e che a loro è concesso dalla Legge Ciclica di rivelare una parte di tali conoscenze o di intervenire in prima persona negli eventi terreni solo nel corso degli ultimi 25 anni di ciascun secolo.

Logo della Teosofia che recita: “Non ci’è più elevata religione della Verità“.

Mentre tanti svolgono questo lavoro per il semplice gusto di vedersi elevare al rango di “Maestri” e messaggeri di conoscenze segrete, il vero teosofo – un amante della Verità, come recita lo stemma della Teosofia – svolge la sua missione con umiltà e grande dedizione, sapendo di essere solamente un canale di tali verità, e non il loro ideatore.

Fintanto che le masse pretenderanno di ottenere la rivelazione di sempre più porzioni degli insegnamenti occulti, senza preoccuparsi di studiare seriamente quelli già divulgati in precedenza (operazione che richiede veramente molto tempo e una straordinaria concentrazione mentale, N.d.T.), non sarà possibile progredire in questo ambito, e sicuramente il Movimento Teosofico è stato rovinato proprio da tale atteggiamento.

La United Lodge of Theosophists (ULT) è stata fondata da Robert Crosbie nel 1909 proprio per favorire lo studio attento e meticoloso degli scritti originali di Madame Blavatsky e di W. Q. Judge, prendendo così le distanze dalle varie Società Teosofiche ancora oggi operative.

In questo articolo sono state presentate solamente le 5 principali differenze fra la Teosofia originaria della Blavatsky e le varie “teosofie” successive, ma chi si impegna nello studio di questi testi troverà sicuramente molte altre discrepanze.


Note:

[1] Nota che la versione inglese del testo è suddivisa in modo diverso rispetto all’edizione italiana in 8 volumi.


[2] S.D. è l’acronimo di Secret Doctrine, la Dottrina Segreta, e ricordiamo che la versione inglese è suddivisa diversamente rispetto a quella italiana.


[3] Il Chela è qualcuno che aspira a studiare con i Mahatma ma che ancora conduce una vita mondana, per cui non è mai stato in presenza dei Maestri, né ha visitato i loro luoghi di ritiro. Il Chela ha la possibilità – in qualche vita futura – di divenire egli stesso un Mahatma, ma solo se si applicherà con grande persistenza e dedizione allo studio delle Verità Universali, e dopo aver ricevuto le necessarie iniziazioni. Si può diventare Chela abbastanza “rapidamente”, nel giro di 7 reincarnazioni consecutive, se si è seguito il cammino con immensa dedizione. (Fonte: https://blavatskytheosophy.com/chelas-and-chelaship/).


[4] La lettera H (heh) o Monogrammaton, si trova in tutti gli amuleti dell’Europa Occidentale, da sola oppure ripetuta 5 volte, per rappresentare il Nome di Dio (tradizione cabalistica). (Fonte: https://www.faculty.umb.edu/gary_zabel/Courses/Phil%20281b/Philosophy%20of%20Magic/Arcana/Kabbalah/letters03.shtml.html).


[5] Mahatma Koot Hoomi.


[6] Ciò che nella tradizione Hindu si chiama “Notte” e “Giorno” di Brahma.


[7] Vedi anche: https://nuovalanuovamespirituale.wordpress.com/2020/07/30/leggendo-la-dottrina-segreta-di-h-p-blavatsky-volume-8-live-streaming-youtube-canale-lanuovamespirituale-venerdi-7-agosto-2020-ore-1700/.


[8] Nota che l’idea che l’ego sia cattivo è una storpiatura della New Age; l’ego è solamente il senso dell’identità personale, dunque ciò a cui si riferiscono gli spirituali quando muovono accuse contro l’ego, non è altro che la mente razionale programmata per creare problemi e ostacoli nella propria vita, ciò che i Buddhisti denominano “mente scimmia”.


[9] Il termine “desiderio” in questo contesto significa attaccamento spropositato alla materia, incapacità di vedere oltre i 5 sensi e di comprendere che siamo più di un corpo fisico. Dunque non è il desiderio inteso come aspirazione, sogno di creare qualcosa.


[10] Attenzione perché i princìpi NON sono affatto corpi! Si tratta di concetti che la mente umana non può comprendere e che comunque non sono disposti l’uno sopra l’altro come se fossero una torta a più strati, ma esistono contemporaneamente tutti nello stesso posto – infatti la fisica moderna riconosce che lo spazio non è statico e unico come crediamo.


[11] Chi conosce i testi della Bailey sa che dopo l’indice, prima dell’inizio di ciascun testo, è presente la “Grande Invocazione”.


 

2 pensieri su “LE PRINCIPALI DIFFERENZE FRA LA TEOSOFIA ORIGINALE E LA PSEUDO-TEOSOFIA SUCCESSIVA, spiegate dalla “United Lodge of Theosophists””

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