
DOCUMENTO DI ACCOMPAGNAMENTO PER FACILITARE LA LETTURA DEL CAPITOLO 5 DELL’OCEANO DELLA TEOSOFIA di William Q. Judge
È importante premettere che il CORPO ASTRALE non viene mai menzionato nelle opere “teosofiche” successive, poiché queste lo hanno sostituito con il “corpo eterico”.[1]
La Teosofia originaria non tratta in modo esteso dell’anatomia occulta dell’essere umano, poiché ritiene che l’aspirante debba prima aver ripreso il controllo della sua mente (Manas), e solo in seguito può, sotto la guida di un insegnante veramente capace, studiare i centri energetici, e in casi particolari effettuare dei rituali. Si rischierebbe infatti di turbare le correnti energetiche che scorrono nel Linga Sharira (corpo astrale), il che può portare persino alla follia. Inoltre tutti gli schemi che raffigurano i chakra e gli strati dell’aura tanto diffusi al giorno d’oggi, non sono stati divulgati dalla Blavatsky.
Come sempre, in fondo all’articolo, trovi il documento originale divulgato dalla United Lodge of Theosophist, in formato Pdf.
Il corpo astrale o doppio astrale è la controparte eterica o “ombra” di un essere umano o di un animale. È il Linga Sharira o Doppelganger. Tuttavia il lettore non deve confondere il corpo astrale con l’ANIMA ASTRALE, la quale è un altro nome per Manas[2] inferiore o Kama-Manas, che è il riflesso dell’EGO[3] SUPERIORE. (H. P. Blavatsky, Theosophical Glossary, pagina 37).
Il Linga Sharira è un termine sanscrito che significa “corpo”, ossia è il simbolo aereo del corpo. Questo nome viene usato per riferirsi al Doppelganger o “corpo astrale” dell’essere umano e dell’animale. È l’Eidolon dei greci, il corpo primitivo e fondamentale, il riflesso dell’uomo di carne. Questo corpo nasce prima di quello fisico denso e si dissolve solo quando sparisce l’ultimo atomo del corpo. (HPB, Theosophical Glossary, page 190).
L’essere umano possiede un “doppio” o ombra, propriamente detta, attorno al quale viene costruito il corpo fisico denso del feto – l’essere umano futuro. […] Questo “doppio” nasce insieme all’essere umano, muore insieme a lui, e mentre è in vita non può mai allontanarsi troppo dal corpo fisico, e pure se sopravvive a quest’ultimo, si disintegra, di pari passo, insieme al cadavere. È proprio il corpo astrale quello che a volte appare come una figura luminosa sopra le tombe, sagoma che è l’ombra dell’uomo che fu e che è visibile solo in determinate condizioni atmosferiche. Quando l’essere umano è “in vita”, il corpo astrale è il suo doppio vitale, mentre quando la vita abbandona il corpo, diventa i gas emessi dal cadavere in decomposizione. Tuttavia, riguardo l’origine e la vera essenza del corpo astrale, c’è molto altro da dire: esso è ciò la Teosofia denomina “Linga Sharira”, ma che io [Madame Blavatsky, N.d.T.] denominerei piuttosto “Corpo multiforme o plastico”. (HPB, Dialogues Between The Two Editors: On Astral Bodies, or Dopplegangers [Dialoghi fra i due redattori: riguardo i corpi astrali o doppelganger]).
Nell’essere umano normale che non ha ricevuto nessuna formazione in Occultismo pratico, o che non possiede tali doti sin dalla nascita, il corpo astrale non può allontanarsi da quello fisico più di qualche centimetro. Infatti il doppio astrale è parte del corpo fisico, lo supporta ed è incorporato ad esso, così come le fibre del mango si trovano in ogni parte di questo frutto. Però ci sono individui che, grazie alle pratiche occulte seguite in vite precedenti su questa Terra, sono nati con la capacità di far viaggiare il corpo astrale senza nemmeno rendersene conto. Tali individui possono essere trovati fra i medium, i veggenti, e fra la gran parte delle persone isteriche, catalettiche o che soffrono di scrofolosi. Coloro i quali si sono allenati osservando una disciplina estremamente rigorosa, che ha un effetto anche sul carattere morale e mentale del soggetto, e che va molto oltre le capacità dell’essere umano medio dei nostri tempi, sono in grado di utilizzare il corpo astrale secondo la loro volontà, poiché hanno superato l’illusione di essere il solo corpo fisico denso, e oltre a ciò sono pure venuti a conoscenza delle leggi chimiche ed elettriche che governano il funzionamento di questo corpo sottile. Nel loro caso sono in grado di operare con coscienza e cognizione di causa. Al contrario, chi utilizza questi poteri senza esserne cosciente, compie tale atto essendo incapace di poterne prevenire i movimenti o di controllarlo secondo la propria volontà, e senza essere in grado di evitare i rischi che si corrono a svolgere un’attività di tale importanza senza una reale preparazione. (William Q. Judge, The Ocean of Theosophy, p. 41-42).
Il corpo astrale è composto di una sostanza a grana fine se paragonata alla materia che compone il corpo fisico denso, ed ha una grande forza di tensione, cosicché muta pochissimo nel corso di una vita umana, mentre il corpo denso si modifica di continuo. E il corpo astrale non solo possiede questa immane forza, ma allo stesso tempo è dotato di un’elasticità che gli permette di estendersi raggiungendo distanze notevoli. È flessibile, plastico, espandibile e forte. La materia della quale è composto è elettrica e magnetica, la stessa sostanza della quale era fatto il nostro mondo in tempi remoti, quando i processi evolutivi non avevano ancora raggiunto il punto in cui venne successivamente prodotto il corpo materiale dell’essere umano. Tuttavia la materia della quale è composto il corpo astrale non è assolutamente grossolana. (William Q. Judge, The Ocean of Theosophy, p. 39).
La struttura dell’uomo interno astrale è ben definita e coerente […]. Così come il corpo fisico denso ha una spina dorsale – la colonna che sostiene l’essere umano – che culmina col cervello alla sua sommità, allo stesso modo il corpo astrale ha la sua propria spina dorsale e il suo cervello; è materiale, nel senso che è composto di materia, seppure finemente suddivisa, e non è affatto della stessa natura dello spirito […]. Al momento della nascita il corpo astrale ha la possibilità di espandersi fino a raggiungere un certo limite, e quando tale limite viene raggiunto, ferma anche l’espansione del corpo fisico denso, producendo ciò che chiamiamo altezze e dimensioni medie. Allo stesso modo, il corpo più esterno (quello fisico) viene mantenuto in vita da quello interno (l’astrale), fino al momento in cui sopraggiunge il decadimento fisico. E tale decadimento, che viene seguito dalla morte fisica, non è dovuto alla disintegrazione fisica di per sé, quanto piuttosto al fatto che il corpo astrale ha raggiunto il limite massimo di operatività, e non è più in grado di mantenere in vita il corpo fisico. (William Q. Judge, articolo Mesmerism).

Quando un Adepto raggiunge lo stato di santità e purezza che lo rendono “uguale agli Angeli”, allora al momento della sua morte fisica il suo corpo spettrale o astrale diviene solido e tangibile, così come era materiale e tangibile il corpo fisico denso ora in dissoluzione, e viene così trasformato nell’Essere Umano Reale. Il corpo fisico denso si stacca esattamente come la pelle del serpente quando questo animale fa la muta, e a quel punto la pelle dell’uomo “nuovo” resta visibile, oppure, se l’Adepto lo desidera, sparisce completamente alla vista, rimanendo avvolta nel guscio akashico che la protegge […]. Dunque l’Adepto può scegliere di rinunciare coscientemente al Nirvana e al riposo eterno, o di rimanere sulla Terra al fine di assistere l’umanità nella sua evoluzione. Se sceglie di restare ha due possibilità: rafforzare il suo corpo astrale in modo da assumere un’apparenza fisica, recuperando la personalità fisica che ha appena lasciato, oppure può servirsi di un corpo fisico completamente nuovo, che si tratti del corpo di un neonato o – come si pensa che Shankaracharya[4] fece col corpo di un Rajah deceduto – “entrando in un guscio abbandonato” e vivendo in quest’ultimo tutto il tempo che desidera. Questa è ciò che viene definita “esistenza continua”. (HPB, Some Reasons for Secrecy [Alcune ragioni per la necessità di segretezza], articolo pubblicato postumo).
La Vita non è affatto il risultato del funzionamento degli organi, né essa cessa quando il corpo fisico denso si dissolve. Si tratta invece di un princìpio onnipervasivo. È l’oceano sul quale la Terra galleggia; permea l’intero globo e ogni essere e oggetto che vi viva sopra. La Vita opera senza sosta su di noi e attorno a noi, palpitando contro di noi e al medesimo tempo dentro di noi, per sempre. Quando occupiamo un corpo, non stiamo facendo altro che utilizzare uno strumento più adeguato di qualsiasi altro per gestire sia Prana che Jiva. Per essere precisi, Prana è il respiro, ed è quindi necessario affinché possa continuare ad esistere la vita nella “macchina” umana. Jiva significa “vita”, ed è un termine che si utilizza anche per riferirsi all’anima vivente, dato che la vita in generale deriva dalla Vita Suprema stessa. Jiva è quindi un termine più generico di Prana […]. Che siamo o meno ancora “in vita”, l’energia vitale è sempre presente: durante l’esistenza fisica essa anima gli organi del nostro corpo denso, mentre quando il corpo non esiste più, va ad animare le innumerevoli vite che nascono a seguito della distruzione di tale corpo. Dunque non possiamo fare a meno della Vita o energia vitale, così come non possiamo cancellare l’aria attraverso la quale volano gli uccelli, poiché la Vita è come l’aria che riempie ogni spazio apparentemente “vuoto”, cosicché non c’è posto in cui essa non sia presente, né in cui possiamo andare a rifugiarci per sfuggire al suo soffio “mortale” quando arriva il nostro momento di lasciare l’involucro fisico che stiamo occupando.
Per avere un effetto sul corpo fisico, questa Vita – Prana – necessita di un veicolo, di un mezzo o di una guida, e tale veicolo è proprio il corpo astrale. (William Q. Judge, The Ocean of Theosophy, p. 37-38).
Il sonno è il segnale che la veglia è diventata troppo per l’organismo fisico, e che la forza della corrente vitale deve essere necessariamente interrotta passando dallo stato di veglia a quello di sonno. Basterebbe chiedere ad un bravo chiaroveggente di descrivere l’aura di un soggetto che si è appena svegliato da un sonno ristoratore e quella di un altro che si appresta ad andare a dormire. Il primo apparirebbe immerso nelle vibrazioni ritmiche delle correnti vitali, queste ultime di color oro, azzurro e tonalità rosate: le onde elettriche della Vita. Il secondo invece sarebbe circondato da una nebbiolina di colore arancio-oro intenso, con atomi che roteano con una rapidità incredibilmente spasmodica, che dimostrerebbe quanto il soggetto inizi ad essere eccessivamente “saturo” di Vita; l’essenza vitale è troppo forte per i suoi organi fisici, per cui deve trovare rifugio nella parte ombrosa di quell’essenza, parte che consiste nell’elemento chiamato “sogno”, o sogno fisico, uno dei diversi stati di coscienza. (HPB, Transactions of the Blavatsky Lodge, p. 71).
Nel sonno torniamo ad assorbire e smettiamo di resistere alla Forza Vitale; invece quando ci svegliamo la buttiamo fuori. Ma siccome essa esiste tutto intorno a noi come se fosse un oceano nel quale nuotiamo, il nostro potere di buttarla fuori è necessariamente limitato. Al risveglio siamo in perfetto equilibrio, e quando andiamo a dormire siamo ancora più pieni di Vita di quando ci siamo svegliati al mattino; essa ci ha infatti “esauriti”, e prima o poi finirà con l’uccidere il nostro corpo fisico. (WQJ, The Ocean of Theosophy, p. 36).
[…] Durante il sonno, le onde vitali si adeguano alle molecole del corpo; e quando si è raggiunto l’equilibrio ottimale, ci svegliamo […]. Gli Adepti spiegano che i bambini hanno bisogno di maggiore riposo degli adulti perché la loro “macchina” fisica, essendo molto giovane e particolarmente sensibile, si sente facilmente sopraffatta dalla Vita, e ha quindi bisogno di dormire.
[…] Non mi è possibile spiegare in modo esaustivo in un solo articolo un argomento così complesso, ma, anche se la scienza odierna non riconosce tali verità, un giorno queste saranno universalmente accettate. Nello stesso modo in cui si inizia a capire che l’elettricità[5] sia onnipervadente, così, forse, ben presto si riconoscerà all’unanimità che la Vita è universale e presente persino in ciò che definiamo erroneamente “materia morta”. (William Q. Judge, Echoes from the Orient [Echi dall’Oriente], p. 17-18).
Note:
[2] Manas è il princìpio mentale.
[3] Il lettore deve sempre ricordare che l’idea che l’ego sia cattivo è una storpiatura della New Age; l’ego è solamente il senso dell’identità personale, dunque ciò a cui si riferiscono gli spirituali quando muovono accuse contro l’ego, non è altro che la mente razionale programmata per creare problemi e ostacoli nella propria vita, ciò che i Buddhisti denominano “mente scimmia”.
In questo caso l’Ego è il princìpio immortale che si reincarna di vita in vita, al contrario della personalità, la quale è transitoria.
[4] Adi Shankaracharya è una delle figure più importanti della storia indiana e della religione Hindu; questo personaggio viene acclamato come riformatore religioso, formulatore e codificatore della filosofia dell’Advaita Vedanta, il sistema non-dualistico basato sulle Upanishad. La Teosofia insegna che Shankaracharya è nato 2500 anni fa, e più precisamente nel 510 a.C., ossia solamente 51 anni e 2 mesi dopo la scomparsa del Buddha. H. P. Blavatsky e i Maestri di Saggezza ritengono che Shankaracharya sia in un certo senso la prima reincarnazione di Gautama Buddha; al contrario tutti gli Hindu e i Buddhisti negano una simile idea […] (Fonte: https://blavatskytheosophy.com/the-life-times-of-adi-shankaracharya/).
[5] Non si tratta dell’elettricità come la intendiamo noi – Madame Blavatsky, nella sua opera monumentale La Dottrina Segreta, spiega che essa è sia una Sostanza che l’emanazione di un’Entità che non è né buona né cattiva, ma solo una delle molteplici entità che governano e presiedono il nostro mondo in accordo con l’eterna legge del karma. (Fonte: https://theosophy.wiki/en/Electricity).
Ciao Silvia, buongiorno! Molto interesante il tema sul corpo astrale. Ci sono alcune domande che vorrei capire, Perche e tanto pericoloso fare dei viaggi astrali senza una vera preparazione? Se puo essere infettati da larve astrali? Una volta ho fatto un corso gnostico e parlando di questo sembrava troppo facile, ma Io non ho avuto il coraggio di provare, qual, cosa mi ha messo in guardia, poi un mio Zio mi disse di fare attenzione hai rischi che si corrono.
Buona guornata Silvia.
Ciao Nidia, a questo punto del mio cammino, avendo seguito tanti percorso e insegnanti diversi, sono giunta alla seguente conclusione: hanno perfettamente ragione i Buddhisti e i Teosofi quando dicono di NON dedicarsi assolutamente a pratiche occulte risvegliando sensi psichici o altre attività di questo tipo (includo anche i viaggi astrali), se prima non si è ripreso il controllo della mente tramite la meditazione intesa come osservazione di sé (la Shamatha dei Buddhisti) e non si è riusciti a riprogrammare la mente inconscia. Questo perché il soggetto che non sa controllare la sua mente rischia di perdere la lucidità e in casi estremi di diventare pazzo. Si vedono purtroppo molti casi di gente con problematiche psicologiche di varia gravità nei gruppi spirituali, dovuto al fatto che quasi nessuno fa prima il lavoro sulla mente, e quindi si lascia andare a visioni ed esperienze allucinatorie di vario tipo. Naturalmente esistono altri mondi oltre a questo, ma la veggenza folle non è di certo il modo migliore per sperimentarli.
Il rischio concreto è quindi più che altro quello di perdere la lucidità e di credere di essere veramente “evoluti” e “spirituali” mentre non lo si è per nulla.
Dunque io personalmente non faccio viaggi astrali, né dedico troppo tempo allo studio dell’anatomia occulta, piuttosto mi focalizzo sulla mia salute mentale, perché il cammino spirituale è un percorso di riallineamento interiore che serve a ripulirsi di tutti i programmi negativi che ci sono stati inculcati sin dalla nascita, e solo una volta che si è raggiunto un certo equilibrio interiore i sensi psichici si risveglieranno da soli e gradualmente, ma io non insisterei troppo. Bisogna infatti distinguere fra fantasia e vera veggenza – ebbene solo ora ho capito che siamo pieni di veggenti ma che ci sono pochissimi individui veramente in grado di condurre pratiche occulte con grande coscienza.
Non so se ho chiarito il tuo dubbio? 🙂
Grazie Silvia, mi e molto chiara la tua spiegazione.
Se ce una cosa che Io faccio sempre e che non mi lascio prendere dalle decisioni affrettate o per curiosita, per queste cose lascio che sia la mia intuizione, o Spirito guida a consigliarmi. E infatti quella volta ho preso la decisione giusta dal non provare quelle tecniche senza avere la piena conoscenza di queste pratiche.
Grazie.