
“Ci sarà un tempo in cui si vedrà che inutilmente gli Egiziani hanno tributato il loro onore a dio con mente devota e con zelante reverenza. Tutta la loro santa venerazione degli dèi sarà condannata e perirà inutile, poiché gli dèi torneranno dalla terra al cielo e l’Egitto sarà abbandonato. Quella terra che fu la dimora della devozione religiosa sarà resa vedova della presenza degli dèi e abbandonata a se stessa. Quando gli stranieri occuperanno la terra e il territorio dell’Egitto, non solamente la pietà sarà negletta, ma, ancor peggio, una proibizione sotto gravi pene sarà prescritta dalla legge (se così la vorremo chiamare) per impedire la reverenza, la pietà e l’adorazione degli dèi. Allora questa terra sacratissima, sede di santuari e di templi, sarà completamente riempita di tombe e di cadaveri .
O Egitto, Egitto, dei tuoi culti solo i miti sopravviveranno, ed essi saranno incredibili ai tuoi figli! Solo delle parole incise sulla pietra sopravviveranno per dire delle tue opere di devozione, e gli Sciti o gli Indiani o qualche altro popolo barbaro delle vicinanze abiterà l’Egitto. Gli dèi torneranno nei cieli e tutti gli uomini moriranno, abbandonati a se stessi, così come l’Egitto sarà reso vedovo e spogliato degli dèi e degli uomini. Mi rivolgo a te, santissimo fiume, e predico il tuo futuro: pieno di sangue ribollente tu ti gonfierai fino alle rive; il sangue non soltanto contaminerà le tue sacre acque, ma tutte insieme proromperanno, ed il numero dei sepolcri sarà più grande di quello dei viventi. Chiunque sopravviverà sarà conosciuto come Egiziano solamente dalla lingua: nel suo comportamento sembrerà un forestiero.
Perché piangi, o Asclepio? Di mali ancora più dolorosi di questi dovrà fare esperienza l’Egitto, e di ancor peggiori sciagure esso sarà stipato. La terra che un tempo era santa, amantissima di dio, la terra che era l’unica in cui, per merito della sua devozione, gli dèi abitavano, la terra maestra di santità e di fede, sarà un esempio di totale incredulità.
Nella loro pazzia, le genti di quel tempo non troveranno nel mondo niente che meriti meraviglia o adorazione. Tuttoquesto universo, che è una cosa buona, di cui non c’è e non ci sarà cosa migliore, sarà distrutto. Sarà un peso per gli uomini, ed essi lo disprezzeranno. Non ammireranno tutto questo mondo, che è un’opera di dio superiore ad ogni paragone, una costruzione grandiosa, una meraviglia composta di forme di molteplice varietà, uno strumento della volontà di dio, il quale conserva la propria opera senza invidia, un multiforme complesso che crea un’unità di tutte quelle cose che possono essere onorate, apprezzate ed amate, infine, da coloro che le vedono. Le tenebre saranno preferite alla luce, e si troverà che la morte è più giovevole della vita. Più nessuno volgerà lo sguardo in alto verso il cielo. Colui che è religioso sarà considerato pazzo, l’empio, saggio; il furente sarà considerato valoroso ed il malvagio sarà ritenuto una persona dabbene. L’anima, infatti, e tutti gli insegnamenti che la riguardano, secondo i quali essa o è nata immortale o confida di raggiungere l’immortalità, quegli insegnamenti che io ti ho rivelato, saranno considerati non solamente ridicoli, ma addirittura inventati. Non solo, ma, credetemi, chiunque si dedicherà alla religione della mente dovrà subire la pena capitale. Nuove leggi saranno promulgate, nuova giustizia. Non si udrà parlare di niente che sia santo, di niente che sia devoto o degno del cielo né di esseri celesti, né si crederà ad essi nell’intimo della mente. Avrà luogo una dolorosa separazione degli dèi dal genere umano! Rimarranno ad avere rapporti con gli uomini solamente gli angeli malvagi, i quali li afferrano, gli sciagurati, e li spingono a commettere ogni azione scellerata: guerre, rapine, inganni e tutto quello che è contrario alla natura dell’anima. Allora la terra non rimarrà ferma né il mare sarà percorso dalle navi; le stelle non attraverseranno il cielo né il loro corso si manterrà immutato. Ogni voce divina diventerà muta in un forzato silenzio. I frutti della terra marciranno, il suolo non sarà più fertile e l’aria stessa si illanguidirà in un cupo letargo. Questa, e così fatta, sarà la vecchiaia del mondo: mancanza di religione, disordine, disinteresse per tutte le cose buone.
Quando tutto questo sarà accaduto, o Asclepio, allora il signore e padre, il dio il cui potere è sommo, il reggitore del dio che è unico, guarderà questo comportamento e questi crimini volontari e con un atto della sua volontà, che costituisce l’amore di dio, si opporrà ai vizi e alla perversione generale, estinguerà l’errore, abolirà la malvagità con una inondazione o consumandola con il fuoco o ponendo un termine ad essa con la diffusione, in ogni luogo, di malattie pestilenziali. Allora egli richiamerà il mondo alla sua bellezza di un tempo, cosicché il mondo stesso sembrerà ancora meritevole di adorazione e di meraviglia, e con continue benedizioni e proclamazioni di lode il popolo di quei giorni onorerà il dio che crea e ricostituisce una così imponente opera. E questa sarà la nascita del mondo, cioè una riformazione di tutte le cose buone e una ricostituzione, santissima e reverendissima, della natura stessa, una volta che sia stato terminato il corso del tempo, che è ed era sempiterno e senza inizio.”
– Il Lamento di Asclepio∗
∗ Corvo, Ordo Solis: Lamento di Asclepio, 6 gennaio 2017 ore 19:26, ordosolis.blogspot.com: https://ordosolis.blogspot.com/2017/01/lamento-di-asclepio.html.
La sonda Voyager2, lanciata dalla NASA il 20 agosto 1977 (pochi giorni prima della sonda sorella, Voyager1), dopo 42 anni di viaggio ha

raggiunto i confini del nostro sistema solare il 5 novembre 2018, e ora si sta dirigendo verso lo spazio interstellare. La sonda Voyager 1 aveva raggiunto i confini del sistema solare già nel 2012. Le sonde hanno evidenziato come l’eliosfera (la magnetosfera solare) si stia arricciando e unendo con la più minuta magnetosfera terrestre.
Questo evento è denominato RICONNESSIONE MAGNETICA. Il campo magnetico del Sole è vastissimo, è un’altra “mela” (vedi Fasce di Van Allen) che ingloba tutto il sistema solare, grande un anno luce. Si chiama ELIOSFERA e si inverte ogni 11 anni. Il fenomeno viene osservato sin dal 1600, e si verifica puntualmente ogni 11 anni, ma l’ultima volta che si è invertito in modo regolare è stato nel 2001. Nel 2012 c’è stato qualcosa che ha cambiato il Cuore Cristallino al centro della terra, una vera anomalia: l’inversione del campo magnetico solare (che noi non percepiamo) si è conclusa nel 2014, ed è durata quindi appena 2 anni. La prossima dovrebbe concludersi nel 2025.
Le sonde Voyager sono arrivate a quelli che si credeva fossero i confini del sistema solare. Hanno visto che i “confini” (in verità i bordi) dell’eliosfera si stanno arricciando, ripiegando, e riconnettendosi con quella terrestre.
Ora tutti si chiedono: “quando si verificherà la riconnessione delle magnetosfere solare e terrestre?”. L’eliosfera del Sole è potente, abbagliante, e molto più forte rispetto alla magnetosfera terrestre, per cui potrebbe spazzare via quella terrestre proprio nel 2025. Nel momento in cui verrà meno la nostra magnetosfera cadrà la matrix (schermi al plasma intrappolati nelle Fasce di Van Allen) e vedremo un nuovo cielo e una nuova terra. Sparirà il cielo, il nostro “film”, la “Caverna” del mito di Platone, e noi saremo completamente liberi dal “potere” che ci ha oppressi per millenni e tenuti nell’ignoranza.
La Vita ci invita a SENTIRE, VIVERE, più che a vedere i cambiamenti con gli occhi fisici.
AGGIORNAMENTI DI FINE ANNO 2020
Sono passati oltre 43 anni da quando la sonda Voyager 2 ha lasciato la Terra, e nel mese di ottobre 2020 i tecnici della NASA si sono messi in contatto con la sonda dopo che a marzo sono stati fatti dei lavori di aggiornamento dell’antenna situata a Cranberra in Australia. Da marzo fino a ottobre 2020 Voyager 2 ha viaggiato in silenzio, senza poter comunicare con la Terra. Adesso, secondo i calcoli ufficiali, la sonda si trova all’incirca 125 unità astronomiche dal nostro pianeta.
Il 29 ottobre 2020 la NASA si è messa nuovamente in contatto con la sonda utilizzando l’antenna radio Deep Space Station 43, conosciuta

anche come DSS-43, e la Voyager ha risposto confermando di aver ricevuto le istruzioni e di essere riuscita ad eseguire i comandi senza nessun problema. La NASA ha costruito infatti una serie di antenne radio sparse per il mondo al fine di monitorare le sonde spaziali. L’unica antenna al mondo in grado di inviare comandi alla sonda Voyager 2 è proprio quella che si trova a Cranberra, ma questa antenna aveva bisogno di essere aggiornata e i lavori dureranno all’incirca 11 mesi. In questo periodo i tecnici sono stati in grado di ricevere informazioni riguardo lo stato di salute della sonda e hanno avuto accesso ai dati raccolti dalla stessa, ma non hanno potuto impartirle dei comandi. Sono stati installati due nuovi trasmettitori e aggiornati i meccanismi di raffreddamento e riscaldamento, oltre ad altri sistemi interni; le operazioni di aggiornamento non si sono ancora del tutto concluse, e si stima che finiranno per il mese di febbraio 2021. Comunque gli scienziati stanno conducendo dei test preliminari per capire se dopo tali aggiornamenti saranno in grado di inviare comandi alla sonda, e fino ad ora hanno ottenuto risposte positive. Così la sonda continuerà ad inviare informazioni riguardo la velocità, la densità, la temperatura e la pressione delle particelle cariche del mezzo interstellare.[1]
La Voyager 2 è in grado di comunicare solamente con l’antenna radio che si trova a Cranberra perché, dopo che la sonda aveva superato

Giove, Urano, Saturno e infine Nettuno nell’agosto del 1989, gli scienziati la fecero passare accanto alla luna di Nettuno (Tritone), così la traiettoria della sonda mutò completamente iniziando a viaggiare in direzione sud rispetto al piano del sistema solare, e ciò significa che le antenne localizzate nell’emisfero nord non sono in grado di mettersi in comunicazione con Voyager 2, la quale invece può comunicare solamente con la linea di vista della DSS-43 (Cranberra), localizzata nell’emisfero sud.
Ricordiamo inoltre che le sonde Voyager portano con sé due dischi d’oro sui quali sono stati incisi brani musicali e saluti in 55 lingue nell’eventualità che una civiltà extraterrestre o aliena scopra le sonde.
Attualmente ci vogliono all’incirca 17 ore per ricevere comunicazioni dalla sonda Voyager 2.
NOTA:
[1] il mezzo interstellare non è altro che la regione che si trova tra le stelle e che secondo i fisici contiene nubi di gas e minuscole particelle solide. In parole ancora più semplici è lo spazio fra le stelle.
LA SONDA VOYAGER 2 TROVA QUALCOSA DI STRANO NELLO SPAZIO INTERSTELLARE…
La sonda Voyager 2 ha riportato un aumento notevole di densità dello spazio che si trova oltre il nostro sistema solare. Più la sonda si

allontana da noi più aumenta la densità dello spazio. Questa scoperta ha messo in crisi l’idea che lo spazio sia vuoto (nozione supportata solo dal mainstream, la metafisica, l’esoterismo e le più antiche tradizioni del mondo sostengono da sempre che lo Spazio è densissimo, molto più denso della materia terrestre, tanto che siamo noi ad essere caduti nel “vuoto”, in uno spazio all’interno di questo etere densissimo, e che è pieno di vita, molto più del mondo che osserviamo con gli occhi), ovvero privo di materia.
Trovandosi (secondo i calcoli degli scienziati) a 11.6 miliardi di miglia dalla terra, la Voyager 2 è considerata il manufatto umano più distante in assoluto dal nostro pianeta. Le sonde Voyager sono state lanciate per studiare i pianeti più esterni del sistema solare: hanno esplorato le lune di Giove, gli anelli di Saturno, Urano e la superficie di Nettuno.
Nel 2018 la sonda Voyager sfuggì finalmente alle influenze solari divenendo la seconda sonda ad entrare nello spazio interstellare dopo Voyager 1. Da allora sta mandando informazioni riguardo lo spazio che si trova oltre il nostro sistema solare.
La recente scoperta sull’aumento di densità nello spazio ha sorpreso i ricercatori. Tuttavia questa non è la prima volta che viene rilevato un aumento di densità, infatti nel 2013 la sonda Voyager 1 ha riportato lo stesso fenomeno, anche se in una località differente.
Secondo la scienza ufficiale lo spazio è come un vuoto (è un vacuum, come dicono gli anglosassoni) a causa della bassa densità di materia. Nel sistema solare il vento solare ha una densità media di protoni e elettroni di 3-10 particelle per centimetro cubo; invece la densità del plasma che si trova ai limiti del sistema solare è pari a 0.002 elettroni per centimetro cubo. Nel 2019 Voyager riportò un aumento di densità all’incirca di 0.12 elettroni per centimetro cubo. Sono state formulate tantissime teorie per spiegare tale fenomeno, una di esse suggerisce che le linee del campo magnetico interstellare diventano più forti quando si piegano sull’eliopausa; un’altra teoria suggerisce che il materiale spazzato dal vento interstellare rallenta in corrispondenza dell’eliopausa. Tuttavia gli scienziati ancora non sanno come spiegare l’aumento di densità nello spazio interstellare.
SEMBRA CHE LA SONDA VOYAGER ABBIA INIZIATO A MANDARE STRANI SEGNALI GIÀ NEL 2010, QUANDO INIZIÒ AD ENTRARE NELLO SPAZIO “INTERSTELLARE”
Nel 2010, quando, secondo la versione ufficiale, la sonda Voyager 2 si avvicinò ai confini del sistema solare, accadde qualcosa di inaspettato: gli scienziati scoprirono che mentre la sonda si preparava ad entrare nello spazio interstellare una cifra del codice binario del sistema di comando di bordo della Voyager 2 cambiò, nel senso che uno 0 venne trasformato in un 1. Così la sonda iniziò ad inviare segnali in una lingua sconosciuta che gli scienziati non sono riusciti a comprendere. Per questo si pensa che qualcosa o qualcuno possa aver manomesso il sistema di comunicazione della sonda.
Kevin Baines del Jet Propulsion Laboratory, California Institute of Technology, ha affermato: “Il team che monitora la sonda, dopo aver controllato i sistemi di bordo con un altro collegamento dati in suo possesso, ha capito che l’unica cosa che funziona in modo strano è solamente questo sistema di comunicazione, il resto funziona correttamente”.
Naturalmente secondo gli appassionati degli UFO si tratta di una risposta da parte di qualche civiltà aliena.
Il team ha risolto il problema nel giro di pochi giorni resettando il computer di bordo che aveva provocato questa anomalia.
La cosa più strana in tutta questa faccenda è il fatto che solamente una piccola parte del computer di bordo ha dato questi problemi.
Lo scienziato Ed Stone, membro del team che monitora la sonda presso il California Institute of Technology a Pasadena, ha spiegato che nella sonda c’è una memoria volatile simile a quella presente nei computer, e che ogni tanto qualche particella di raggio cosmico può provocare dei malfunzionamenti nel sistema.
IN UNO SPECIFICO MOMENTO DELL’ANNO LA TERRA SEMBRA RIAVVICINARSI ALLA SONDA VOYAGER 2 [2]
Se questa affermazione è vera, si tratta della conferma che il nostro Universo è una sala di specchi, e che quindi sembra molto più vasto di come è in realtà (o comunque molto meno vasto di quanto pensiamo).[3] Prepariamoci a nuove scoperte incredibili negli anni a venire!
NOTE:
[2] Importante: ho trovato questa notizia interessante “per caso” in questo video YouTube (italiano) https://www.youtube.com/watch?v=hk6IHlD6iU0. Non sono però riuscita a trovare notizie in lingua inglese o qualche conferma “ufficiale”.
[3] Nel 2008 l’équipe di topologia diretta da J. P. Luminet (direttore di ricerca presso il CNRS, membro del LUTH (Laboratoire Univers et
Théories) e dell’observatoire de Paris-Meudon) ha elaborato i dati raccolti dalle sonde WMAP (Wilkinson Microwave Anisotropy Probe) ed ha affermato che l’universo potrebbe essere uno spazio dodecaedro di Poincaré. La struttura frattale di Poincaré è una serie di dodecaedri che si ripetono su tutte le scale e che si comportano come infiniti specchi in 3D, i quali invertono tutte e tre le dimensioni dello spazio (destra – sinistra / alto – basso / dentro – fuori o concavo – convesso). Per cui il “vuoto” fra i pianeti è solo un’illusione, non è reale, e si presenta solo se osserviamo lo spazio in frequenze ottiche; infatti se osserviamo lo spazio in microonde questo non è affatto un “vuoto” omogeneo. Ciò potrebbe indicare che anche i pianeti e il sole che vediamo nello spazio non sono altro che riflessi di qualche altra cosa…ad esempio i pianeti che vediamo potrebbero essere riflessi della stessa Terra.

LA MATERIA OSCURA È ANCORA PIÙ BIZZARRA DEL PREVISTO
Sappiamo ormai da tempo che ben l’85% della materia che compone l’Universo è Materia Oscura, mentre il restante 15% è materia

visibile. La Materia visibile è quella che viene riflessa dalla luce, ed è quindi visibile dagli occhi fisici, mentre la materia oscura non interagire con la luce e quindi non è visibile con gli occhi fisici (ma forse la possiamo percepire con gli extrasensi o ESP). Ma gli scienziati non sanno assolutamente nulla riguardo la materia oscura, e la studiano basandosi sugli effetti della sua forza di gravità.
Un team di ricercatori che ha osservato gli effetti della materia oscura su alcuni agglomerati di galassie (essendo le strutture in assoluto più imponenti dell’universo, le galassie contengono moltissima materia oscura) ha pubblicato i risultati dei suoi studi sulla rivista Science rivelando che questa materia misteriosa potrebbe comportarsi in modo ancora più strano del previsto. Gli scienziati vedono come questa materia oscura è distribuita in base agli effetti prodotti dalla gravità della materia oscura sulla luce, infatti come qualsiasi altro oggetto provvisto di una massa la materia oscura distorce la trama dello spazio tempo, e di conseguenza quando la luce ci passa attraverso quest’ultima si piega come se stesse passando attraverso delle lenti, per cui se c’è un grumo di materia oscura tra noi e qualche oggetto visibile, come ad esempio una galassia, quella galassia sembrerà deformata e amplificata, e questo effetto è conosciuto come “lente gravitazionale”.
In questo studio i ricercatori si sono serviti dei dati raccolti dal telescopio spaziale Hubble e dal Giant Magellan Telescope (GMT) situato in Cile (questo telescopio è ancora in fase di costruzione e verrà ultimato nel 2029) per identificare più oggetti possibili sottoposti all’effetto della “lente gravitazionale”, e in questo modo gli scienziati sono stati in grado di mappare dove si trova la materia oscura e quanta ce n’è nello spazio osservato. Hanno trovato lenti gravitazionali di varie dimensioni, ad indicare che la materia oscura negli agglomerati di galassie esiste su scale diverse: su un livello la materia oscura tiene insieme le centinaia di migliaia di galassie che formano un agglomerato, ma in quello stesso agglomerato ciascuna galassia contiene a sua volta materia oscura, per cui si può osservare il fenomeno della lente gravitazionale sia su larga scala (materia che tiene insieme le galassie) che in scala ridotta (materia contenuta nelle galassie). Tuttavia hanno notato qualcosa di strano nell’effetto della lente gravitazionale prodotto in scala ridotta, poiché tale fenomeno si è rivelato essere molto più forte del previsto, nello specifico ci sono 10 volte più oggetti sottoposti alla lente gravitazionale in scala ridotta rispetto a quelli osservati su larga scala.
Come spesso accade i calcoli iniziali erano basati su delle simulazioni a computer: gli scienziati inseriscono ciò che credono di sapere riguardo l’universo in un modello, e poi guardano come galassie e agglomerati evolvono nel corso del tempo. Il modello generato a computer riguardo le lenti gravitazionali in scala ridotta ha funzionato solo fino ad un certo punto, perché i fenomeni osservati al telescopio sono 10 volte più forti rispetto a quelli simulati al computer. Ciò implica che le grandi galassie localizzate al centro degli agglomerati hanno molta più materia oscura rispetto a ciò che i modelli hanno predetto, e questo significa due cose:
- C’è qualcosa che non va nei nostri modelli sulle scale galattiche.
- C’è qualcosa che non abbiamo ancora capito riguardo la materia oscura.
Un articolo apparso nel mese di settembre 2020 sulla rivista Physical Review Letters ha confermato che non siamo ancora in grado di capire cos’è e come funziona la materia oscura.
L’unica cosa certa, almeno fino a poco tempo fa, era che la materia oscura interagisce con altri corpi celesti solamente tramite la sua stessa gravità, ovvero non può mai entrare in collisione con gli oggetti, nemmeno con altra materia oscura.
Tuttavia una recente osservazione delle due galassie satellite[4] che orbitano attorno alla galassia ultra diffusa[5] che si trova nella

costellazione della Balena (in latino Cetus) denominata NGC 1052-DF2, ha evidenziato come questa teoria possa essere completamente sbagliata, infatti le due galassie sembrano non avere la quantità di materia oscura predetta dai nostri modelli, se paragonata alla quantità di luce che emettono. Si stima che contengano 300 volte meno materia oscura del previsto. Allora gli scienziati hanno pensato che forse la galassia NGC 1052-DF2 possa aver “rubato” la materia oscura mancante dalle due galassie che vi orbitano attorno, nello stesso modo in cui a volte certe stelle dense risucchiano materia normale dalle loro compagne, ma i ricercatori non sanno spiegare come ciò avvenga. Così hanno utilizzato programmi di simulazione a computer per capire come sia avvenuta questa ruberia. In una simulazione hanno usato un modello tradizionale secondo il quale la materia oscura non interagisce con nulla, ma il risultato finale non collima con le osservazioni al telescopio. Hanno poi usato un nuovo modello secondo il quale la materia oscura interagisce con sé stessa, e hanno così ottenuto un risultato più simile alle osservazioni eseguite tramite telescopio. La grande galassia ellittica era in grado di strappare via la materia dai suoi satelliti. Le collisioni che avvengono fra i vari tipi di materia oscura fanno sì che alcune particelle si dirigano verso l’esterno, rendendo i loro aloni più “morbidi”. Tale “morbidezza” fa sì che la forza di gravità della galassia più grande “rubi” con maggiore facilità la materia oscura delle sue galassie satelliti.
Comunque la teoria che la materia oscura sia in grado di interagire con sé stessa non è l’unica spiegazione plausibile per ciò che stanno osservando i ricercatori. Modificando leggermente determinati valori nella simulazione tradizionale della materia oscura, il team è riuscito a riprodurre tramite simulazioni al computer galassie con bassa concentrazione di materia oscura. Però lo stesso la mappatura della materia non corrisponde a quella osservata realmente.
Quindi anche se questi studi non sono ancora in grado di spiegare il comportamento reale della materia oscura, per lo meno ci forniscono una nuova ipotesi plausibile.
Entrambi gli studi sono stati condotti osservando solo pochissime galassie, per cui in futuro dovremo condurre molte più ricerche per giungere ad un’ipotesi plausibile.
Tali studi dimostrano che la materia oscura potrebbe essere ancora più strana di quanto previsto.
ANIMAZIONE CHE MOSTRA L’EFFETTO DETTO “LENTE GRAVITAZIONALE”
NOTE:
[4] Una galassia satellite è una galassia che orbita intorno ad un’altra di maggiori dimensioni per effetto dell’attrazione gravitazionale.
[5] Una galassia ultra diffusa è una galassia con una densità estremamente bassa.
LA TEORIA DEI BUCHI NERI È STATA CONFERMATA, E HA ANCHE VINTO IL PREMIO NOBEL 2020 PER LA FISICA
Quest’anno (2020) il Premio Nobel per la Fisica è stato conferito a tre studiosi: Sir Roger Penrose (matematico, fisico e cosmologo britannico,

classe 1931 ha collaborato con il celebre Stephen Hawking), Reinhard Genzel (astrofisico tedesco) e Andrea Ghez (astronoma statunitense e professoressa presso la facoltà di fisica e astronomia dell’Università della California (Los Angeles)).
I tre scienziati condividono il Premio Nobel per la loro ricerca sui BUCHI NERI. Il termine “buco nero” è stato coniato dal fisico John Archibald Wheeler (1911-2008): “nero” si riferisce al fatto che questo corpo non emette luce, mentre è detto “buco” perché nessun tipo di particella che viene catturata da esso (inclusi i fotoni) è in grado di liberarsi riemergendo una volta entrata.
Wheeler coniò anche il termine “WORMHOLE” (letteralmente “buco di verme”) o TUNNEL SPAZIO-TEMPORALE, che in parole semplici è

una sorta di scorciatoia che se viene attraversata permette di viaggiare istantaneamente da un punto all’altro dell’Universo, spostandosi “più veloce della luce”. Questo concetto venne ripreso dalla letteratura fantascientifica e ancora oggi è relegato a questo ambito, ma chissà che scoperte come Laniakea (2014), i “fili invisibili che collegano le galassie tra loro” non siano un indizio che l’Universo pullula di vita e che è tutto interconnesso, per cui è veramente possibile viaggiare in modo istantaneo.
Gli scienziati stessi affermano che il NOSTRO UNIVERSO È UNA RETE INTRICATA, UN WEB COSMICO, DI GALASSIE. I ricercatori che hanno scoperto Laniakea (del team fanno parte R. Brent Tully dell’Università delle Hawaii e Helene Courtois dell’Università di Lione) si sono focalizzati sui MOVIMENTI DELLE GALASSIE CHE CI CIRCONDANO e sono riusciti a creare una mappatura molto dettagliata. Una parte delle galassie (inclusa la nostra, la Via Lattea) viene attratta verso il centro del superammasso, detto Grande Attrattore,

mentre un’altra parte di galassie viene spinta verso l’esterno. Laniakea comprende all’incirca 100.000 galassie e a sua volta fa parte del Complesso di Superammassi dei Pesci-Balena, una delle più grandi strutture conosciute dell’universo.
In hawaiano LANIAKEA significa “CIELI IMMISURABILI”.
Se noi osservassimo un TUNNEL SPAZIO-TEMPORALE questo ci apparrebbe come una grossa sfera, praticamente avrebbe le stesse sembianze di un buco nero, e se guardassimo all’interno di questo tunnel avremo un’anteprima di un altro luogo dell’Universo; per cui se riuscissimo ad attraversarlo entreremmo all’interno di quest’altra realtà, mentre quella che abbiamo appena lasciato ci sembrerebbe sempre più lontana.
Prima che arrivasse Einstein si credeva che l’Universo fosse un “palcoscenico piatto” sul quale si svolgevano gli eventi cosmici. L’Universo viene comunemente denominato “spazio” perché la scienza ufficiale, fino a quando la sonda Voyager 2 (nel 2020) non ha rivelato che lo “spazio” è densissimo, ha sempre creduto che l’Universo fosse vuoto; secondo le teorie ufficiali l’Universo è un vuoto ricco di energia e materia oscura (la “materia oscura” è il più grande mistero della fisica), nel quale sono sospesi dei corpi celesti che hanno la forma di “palle” o sfere perfette, a loro volta inglobati in galassie.

Inoltre si è sempre creduto che l’Universo fosse infinito, immutabile ed eterno, praticamente statico. La TEORIA DELLA RELATIVITÀ DI EINSTEIN ha cambiato radicalmente questa idea: secondo lo scienziato lo spazio e il tempo generano quel “palcoscenico” chiamato Universo, e lo spazio e il tempo non sono gli stessi in ogni parte dello spazio. Tutti i corpi celesti modificano questo “palcoscenico”, stirandolo e deformandolo. Lo SPAZIO ELASTICO immaginato da Einstein si può piegare, e forse persino lacerare e rattoppare, il che renderebbe possibile l’esistenza dei TUNNEL SPAZIO-TEMPORALI – infatti in un universo fisso, statico e piatto non sarebbe possibile l’esistenza di tunnel che sono “aperture” verso altri luoghi dello stesso spazio.
Einstein immaginava il nostro universo come un grosso “foglio di carta” che può essere curvato formando dei tunnel che collegano le varie parti dell’universo, e tramite i quali si viaggia istantaneamente e ad una velocità maggiore a quella della luce.
In pratica i TUNNEL SPAZIO-TEMPORALI esistono solo su carta, sono calcolati tramite operazioni matematiche, ma non sono mai stati realmente osservati, almeno fino ad ora.
La prima tipologia di WORMHOLE ad essere teorizzata era quella denominata “PONTI DI EINSTEIN-ROSEN”: secondo i due ricercatori i BUCHI NERI sono una sorta di PORTALI CHE PERMETTONO DI RAGGIUNGERE INFINITI UNIVERSI PARALLELI.
In pratica quando c’è un corpo celeste sullo spazio, che è un “vuoto” piatto, lo spazio si curva, e se comprimiamo tale oggetto lo spazio-tempo

si curva ancora di più attorno ad esso; ad un certo punto lo spazio-tempo diventerà talmente deformato da non poter fare altro che collassare in un BUCO NERO. Subito dopo appare, sulla “soglia” di tale buco nero, una BARRIERA A SENSO UNICO chiamata “ORIZZONTE DEGLI EVENTI”, tramite la quale gli oggetti entrano senza però fare mai ritorno, dato che questi rimangono per sempre incastrati nella singolarità che si trova nel centro o nucleo del buco nero.
Tuttavia non è detto che esista veramente una singolarità, al contrario potrebbe darsi che DALL’ALTRO LATO CI SIA UN UNIVERSO SPECULARE AL NOSTRO, e in questo universo TUTTO FUNZIONA AL ROVESCIO e il TEMPO SCORRE ALL’INDIETRO.[6] Così nel nostro universo gli oggetti entrano attraverso il BUCO NERO giungendo nell’UNIVERSO PARALLELO: il primo buco risucchia gli oggetti mentre quello che si trova nell’Universo parallelo li “sputa” fuori. Rispettivamente questi BUCHI sono chiamati “BUCO NERO” (risucchia) e “BUCO BIANCO” (emette).
Però secondo la fisica i PONTI DI EINSTEIN-ROSEN non possono essere veramente attraversati, dato che ci vorrebbe una quantità INFINITA di TEMPO per giungere nell’altro universo, e ad un certo punto esiste un’interruzione fra i due buchi, per cui qualsiasi cosa passi per il buco nero verrà distrutta. Quindi se vogliamo VIAGGIARE PER L’UNIVERSO abbiamo bisogno di un TUNNEL SPAZIO-TEMPORALE ATTRAVERSABILE.
Passiamo ora a trattare brevemente della TEORIA DELLE STRINGHE: se questa teoria è corretta, allora il nostro universo ha una rete

praticamente infinita di wormhole. Infatti poco dopo il Big Bang[7] le fluttuazioni quantiche dello spazio-tempo alle grandezze più piccole, molto più piccole di un atomo, potrebbero aver creato tantissimi TUNNEL SPAZIO-TEMPORALI ATTRAVERSABILI, e infilate IN ESSI ci sarebbero delle STRINGHE, dette “STRINGHE COSMICHE”. Nel primo miliardesimo di bilionesimo di secondo dopo il Big Bang le estremità di questi minuscoli tunnel furono spinte ad anni luce di distanza l’una dall’altra e poi sparpagliate per l’Universo.
Se i wormhole si formarono nell’universo primordiale, con stringhe cosmiche o in altri modi, questi si potrebbero trovare in ogni parte dello spazio, per cui non dobbiamo fare altro che scoprirli per poter iniziare a viaggiare più veloce della luce.
Siccome visti dall’esterno i TUNNEL SPAZIO-TEMPORALI e i BUCHI NERI sono SIMILI, alcuni fisici hanno teorizzato che i BUCHI NERI SUPER MASSICCI CHE SI TROVANO AL CENTRO DELLE GALASSIE siano in verità dei TUNNEL SPAZIO-TEMPORALI.
Tornando ai 3 scienziati che hanno ricevuto il Premio Nobel per la fisica nel 2020, Sir Roger Penrose aveva teorizzato nel corso del 1900

(insieme a Hawking), e più precisamente negli anni ’60, l’esistenza dei buchi neri come collasso dello spazio-tempo (teoria di Einstein). In pratica secondo i calcoli matematici di Penrose-Hawking è impossibile che i buchi neri non esistano nel nostro universo. Nel 2019 i ricercatori ci hanno mostrato la prima immagine in assoluto di un buco nero supermassiccio al centro di MESSIER 87 o Galassia Virgo A[8] . Questa foto è stata scattata grazie all’assiduo lavoro svolto da un grande team di studiosi di tutte le parti del mondo che hanno collaborato tra di loro usando un radiotelescopio. Lo stesso Premio Nobel viene conferito al massimo a 3 persone, per cui in questo caso sono stati nominati il Professor Reinhard Genzel del Max Planck Institute di Monaco di Baviera, e la Professoressa Andrea Ghez della UCLA (University of California, Los Angeles), i quali sono a capo di team di ricerca attivi sin dagli anni ’90. Durante i primi anni’90 del 1900 i ricercatori sospettavano che al CENTRO DELLA NOSTRA GALASSIA, chiamata “VIA LATTEA”, ci fosse un BUCO NERO, e Genzel e Ghez si sono occupati di osservare le STELLE che si trovano AL CENTRO DELLA NOSTRA GALASSIA utilizzando TELESCOPI AD INFRAROSSI, dato che la luce a infrarossi ha una lunghezza d’onda molto più lunga di quella visibile, per cui la prima non è bloccata dalle piccole particelle di “polvere” che troviamo concentrate al centro della nostra galassia. Con la LUCE A INFRAROSSI è così possibile osservare la VELOCITÀ alla quale viaggiano e la POSIZIONE raggiunta dalle STELLE intorno al CENTRO DELLA GALASSIA nel corso di molti anni, e grazie a questi dati possiamo dedurre le ORBITE di tali STELLE. Servendoci delle conoscenze sulla forza di gravità possiamo capire quanto è grande il corpo attorno al quale orbitano queste stelle, e di conseguenza calcolare la massa dell’oggetto che si trova al centro della galassia, capendo se si tratta effettivamente di un BUCO NERO.
Le prime osservazioni vennero condotte nei primi anni ’90 dai Prof. Andreas Eckart e Reinhard Genzel grazie al nuovo telescopio denominato “NTT”: i due ricercatori osservarono la posizione e i movimenti di 10 stelle attorno al centro della Via Lattea, per 4 anni, ovvero dal 1992 al 1996. Alla fine calcolarono che il corpo che si trova al centro della nostra galassia deve avere una massa pari a 2.45 milioni di volte la massa del Sole.
La Professoressa Andrea Ghez insieme al suo team denominato “UCLA Galactic Centre Group”, ha condotto delle osservazioni con i

telescopi di ultima generazione, i Keck telescopes localizzati a Mauna Kea nelle Hawaii: questi telescopi usano il laser per rilevare turbolenze nell’atmosfera. Si tratta di turbolenze (come quelle incontrate in aereo) che interrompono la luce emessa dall’oggetto che si sta osservando, e poi sottraggono quella turbolenza da ciò che si sta tentando di osservare. Il team della Ghez ha osservato oltre 500 stelle nel corso di 12 anni, dal 1995 al 2007, al fine di calcolare la MASSA DEL BUCO NERO AL CENTRO DELLA GALASSIA, che secondo le loro scoperte è pari a 4.5 MILIONI DI VOLTE LA MASSA DEL SOLE. Le osservazioni sono proseguite oltre il 2007 e ancora oggi il team continua a studiare le stelle che si trovano in prossimità del centro galattico.
A questo punto i fisici non dubitano più che al centro della Via Lattea esista un
BUCO NERO SUPERMASSICCIO, e questo vale per qualsiasi altra galassia.
È inoltre possibile studiare la “storia” di una determinata galassia tramite l’osservazione del buco nero supermassiccio che si trova al suo centro, e così ad esempio capire se si è unita ad altre galassie, oppure se ancora non lo ha fatto, e così via.
Che questi buchi neri giganti al centro delle galassie siano veramente dei tunnel spazio-temporali che collegano i vari punti dell’Universo? L’astrofisica italiana Giuliana Conforto ha teorizzato che la ghiandola pineale dell’essere umano sia in verità un buco bianco…connesso con i buchi neri…e se potessimo viaggiare nello spazio con facilità ma avessimo semplicemente “dimenticato” di avere tale potere?

NOTE:
[6] Nota che il concetto di TEMPO esiste solo nelle nostre menti, così come l’idea di “spazio”. Il tempo non è reale, lo afferma anche la fisica contemporanea.
[7] Non tutti i fisici concordano che l’universo si sia creato con il Big Bang.
Sir Roger Penrose ha proposto il concetto di Cosmologia Ciclica Conforme (CCC) secondo la quale il nostro Universo è solo uno di una serie infinita di universi.
[8] Virgo A (nota anche come M 87, o NGC 4486) è una galassia ellittica gigante visibile nella costellazione della Vergine; fu scoperta da Charles Messier nel 1781 e domina l’Ammasso della Vergine, essendo una delle galassie più grandi conosciute.
La sua relativa vicinanza alla Terra ne fa uno degli obiettivi privilegiati per la ricerca astronomica, in particolare per lo studio dei fenomeni altamente energetici in opera nel suo nucleo, che ospita un buco nero supermassiccio (il buco nero M87) della massa di 6,6 miliardi di volte superiore a quella del Sole.
Il 10 aprile del 2019 è stata pubblicata la prima reale immagine di un buco nero: quello nel centro di Virgo A.
L’OSSERVATORIO GIAPPONESE “VERA” RIVELA CHE CI TROVIAMO PIÙ VICINI DEL PREVISTO AL BUCO NERO AL CENTRO DELLA NOSTRA GALASSIA
Da pochi giorni (il 27 novembre 2020) è stato rivelato dal National Astronomical Observatory del Giappone(VERA) che il sistema solare

viaggia ad una velocità superiore del previsto, pari a 7km al secondo più veloce, e che si trova 2000 anni luce più vicino al Buco Nero al centro della Via Lattea. L’Osservatorio Mizusawa VERA, presso la città di Ōshū, usa una tecnica conosciuta come “interferometria” per mettere insieme tutti i dati raccolti dai radiotelescopi sparsi per l’arcipelago giapponese, al fine di raggiungere la stessa risoluzione che dovrebbe avere un telescopio con un diametro di 2300 km.
I ricercatori giapponesi, grazie a questa nuova tecnologia, sono riusciti a fare calcoli più precisi riguardo il centro della galassia, rivelando che in questo momento ci troviamo a 25800 anni luce dal buco nero al centro della Via Lattea, contro i 27700 anni luce calcolati in precedenza, e che ci muoviamo ad una velocità di 227 chilometri al secondo (contro i 220 km al secondo precedentemente calcolati).
DUE RICERCATORI ITALIANI SCOPRONO CHE LA RETE DEI NEURONI È MOLTO SIMILE ALLA RETE COSMICA DELLE GALASSIE
Un altro interessante e recentissimo studio, condotto interamente da ricercatori italiani, Franco Vazza, astrofisico dell’Università di Bologna e Alberto Feletti, neurochirurgo dell’Università di Verona, ha dimostrato che la rete dei neuroni della corteccia cerebrale funziona in modo molto simile alla rete cosmica delle galassie.[9] Questa scoperta fa pensare al famoso detto ermetico: “Come in alto così in basso”, il piccolo è come il grande.
Oggi tutte le scienze che studiano la Natura (biologia in primis) si sono accorte che noi esseri umani siamo collegati fra di noi e con l’ambiente circostante tramite fili invisibili…
NOTA:
[9] https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fphy.2020.525731/full.
CONCLUSIONI
Tutte le scoperte scientifiche più recenti dimostrano che siamo immersi un web cosmico interconnesso, ma dobbiamo tenere a mente che

questo universo potrebbe essere molto più piccolo e limitato del previsto se dovesse essere confermata la teoria di Jean-Pierre Luminet; per cui dovremo imparare a distinguere, in ciò che osserviamo, cosa è reale e cosa è un semplice riflesso. E perché non considerare la possibilità che le “civiltà extraterrestri” siano una società umana che vive al di là delle Fasce di Van Allen, dove la Vera Terra (Plasmasfera) è ben visibile? Inoltre come mai le antiche tradizioni parlavano della terra come di una “stella” e dicevano che il Sole che vediamo in cielo è solo un riflesso di quello vero? La Luna è un altro grande mistero: molti pensano che sia una navicella spaziale oppure un satellite artificiale probabilmente localizzato al polo Nord, apparso all’improvviso nel cielo all’incirca 11.500 – 13.000 anni fa.
Nessuno scienziato è in grado di affermare che ha capito come funziona l’universo, per cui fino a quando non si conclude la Rivelazione dobbiamo tenere in considerazione tutte le varie teorie, ma soprattutto dobbiamo rimanere il più possibile lucidi e coscienti. Di “esatto” c’è ancora molto poco nelle scienze sviluppate da noi umani…
Questo 2020 è stato letteralmente l’ANNO DELLE RIVELAZIONI. Il 2021 si prospetta un anno di rivoluzioni…o meglio di grandi risvegli e volontà di uscire dagli schemi, ora che iniziamo veramente a capire di essere parte di un unico organismo, a sua volta immerso in un “web cosmico”.
“Chi ha orecchi per udire oda!”
BIBLIOGRAFIA:
- Giuliana Conforto, Baby Sun Revelation, Edizioni Noesis, 2013 (pagina 146).
- Giuliana Conforto, Il risveglio e il gioco cosmico dell’uomo, Uno Editori, 2019 (pagine 115-116).
SITOGRAFIA:
- Lanuovamespirituale.com, Conoscere il cosmo reale e capire che cos’è la vita, ovvero la fine della “matrix” e la rivelazione del nuovo cielo e della nuova terra, 23 novembre 2019: https://lanuovamespirituale.com/2019/11/23/conoscere-il-cosmo-reale-e-capire-che-cose-la-vita-ovvero-la-fine-della-matrix-e-la-rivelazione-del-nuovo-cielo-e-della-nuova-terra/.
- Canale YouTube di Cosmoknowledge, NASA Contacts Voyager 2 Spacecraft, 9 November 2020: https://www.youtube.com/watch?v=Yrm8SCNSu1Q
- Canale YouTube di The Secrets of the Universe, Voyager 2 Has Found Something Weird in Outer Space!, 10 November 2020: https://www.youtube.com/watch?v=fK2axtIDo1o.
- Canale YouTube di SciShow Space, Dark Matter is Even Stranger Than We Thought | SciShow News, 18 September 2020: https://www.youtube.com/watch?v=EKrjGWpU4hk.
- Ancient Code Team, Was NASA’s Voyager 2 “hacked” as it entered deep space?, Ancient Code, 2016, ancient-code.com: https://www.ancient-code.com/nasas-voyager-2-hacked-entered-deep-space/.
- Canale YouTube di Giuseppe Melchiorre, Lo strano comportamento della sonda Voyager 2 un mistero nel mistero, 12 settembre 2020: https://www.youtube.com/watch?v=hk6IHlD6iU0.
- Wikipedia, Jean-Pierre Luminet, modificata per l’ultima volta il 26 gennaio 2016 alle 09:24, it.wikipedia.org: https://it.wikipedia.org/wiki/Jean-Pierre_Luminet.
- André Lausberg, Jean-Pierre LUMINET L’Univers Chiffonné, le 17 septembre 2008 à 20h, reflexions.uliege.be: http://www.reflexions.uliege.be/upload/docs/application/pdf/2008-09/conference_luminet.pdf.
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- Wikipedia, Complesso di superammassi dei Pesci-Balena, modificata per l’ultima volta il 27 novembre 2020 alle 12:42, it.wikipedia.org: https://it.wikipedia.org/wiki/Complesso_di_superammassi_dei_Pesci-Balena.
- Canale YouTube di Nature video, Laniakea: our home supercluster, 3 September 2014: https://www.youtube.com/watch?v=rENyyRwxpHo.
- Canale YouTube di Kurzgesagt – In a Nutshell, Wormholes Explained – Breaking Spacetime, 12 August 2018: https://www.youtube.com/watch?v=9P6rdqiybaw.
- Canale YouTube di Dr. Becky, The Nobel Prize in Physics 2020 | Proving that the centre of the Milky Way is a BLACK HOLE!, 6 October 2020: https://www.youtube.com/watch?v=Pv8eKhryAbM.
- F. Vazza and A. Feletti, The Quantitative Comparison Between the Neuronal Network and the Cosmic Web, BRIEF RESEARCH REPORT ARTICLE, Front. Phys., 16 November 2020: https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fphy.2020.525731/full.
- Phys.org (provided by National Astronomical Observatory of Japan), Earth faster, closer to black hole in new map of galaxy, November 27, 2020, phys.org: https://phys.org/news/2020-11-earth-faster-closer-black-hole.html.