Qualche tempo fa ho iniziato a scrivere degli articoli sulla misteriosa civiltà evoluta antidiluviana che ha costruito le Piramidi egizie (e non solo!) e ho presentato molto sinteticamente quali sono le teorie più accreditate, familiarizzando i lettori con le scoperte della scuola di misticismo chiamata Khemitology. In questo articolo presento invece alcune scoperte recenti che potrebbero confermare teorie “anticonvenzionali,” e che le “autorità” stanno cercando di infangare. C’è da chiedersi: “Ma cosa ci sarà mai da nascondere?”… Ogni volta che si scopre qualche sito archeologico o manufatto importante i ricercatori ufficiali lo etichettano come parte di un “tempio / chiesa / tomba di re o regina” e sembrano non accorgersi del fatto che queste strutture sono la prova che un tempo esisteva una tecnologia altamente evoluta che non conosciamo nemmeno noi. Solo osservando con attenzione questi luoghi ci si inizia a chiedere come abbiano fatto gli antichi a costruire queste meraviglie.
UNA NUOVA TECNOLOGIA AVREBBE RILEVATO DEI “VUOTI” ALL’INTERNO DELLA GRANDE PIRAMIDE DI GIZA
Verso la fine del 2017 è stato pubblicamente rivelato che grazie alla tomografia muonica (tecnica utilizzata nello studio della fisica delle particelle) gli scienziati hanno scoperto un grande spazio vuoto all’interno di quella che per l’archeologia ufficiale è la “Grande Piramide di Cheope” (anche conosciuta come “Piramide di Khufu”). È già dagli anni ’60 che gli studiosi conducono queste esplorazioni, ma solo nel 2016 il team della missione Scan Pyramids Project, guidato da Kunihiro Morishimo (Università di Nagoya – Giappone), dopo mesi di ricerche, ha scoperto l’esistenza di ben 3 camere collegate alla Grande Galleria. Il progetto è stato commissionato dal Ministero delle Antichità egiziano, il quale era alla ricerca di una tecnologia in grado di portare in luce
I “vuoti” rinvenuti all’interno della Grande Piramide di Giza dallo Scan Pyramids Project nel 2016
tutti i segreti della Grande Piramide (che ricordiamo è la più antica delle sette meraviglie del mondo e l’unica ad essere ancora in piedi) con tecniche non invasive. La tomografia muonica è una tecnologia che utilizza raggi cosmici per rilevare vuoti all’interno di strutture imponenti. Questa è la prima volta, dopo le esplorazioni condotte nel corso del diciannovesimo secolo, che si scopre l’esistenza di una grande struttura (in questo caso un misterioso vuoto) all’interno della Piramide “di Cheope”. I ricercatori affermano che questa è da ritenersi la “scoperta del secolo” dato che nessuno si aspettava di scoprire che esistesse questo vuoto sopra la Grande Galleria. Ma chissà quante altre “scoperte” sconvolgenti saranno fatte nel corso di questo secolo? E se ancora crediamo che la Piramide sia stata costruita da una civiltà primitiva e che assolvesse la funzione di “tomba,” vuol dire che stiamo cercando ancora una volta di negare l’evidenza. Infatti misteriosamente, dal 2016 (anno in cui è stata fatta questa scoperta) ad oggi (2019) non sono state condotte ulteriori esplorazioni all’interno della Grande Piramide di Giza e alcuni egittologici “in vista” hanno sminuito l’importanza di tale scoperta. Il celebre archeologo Mark Lehner ha affermato: “Il vuoto rinvenuto (nella Grande Piramide di Giza) non è uno spazio nel quale potrebbe trovarsi un corpo mummificato. Invece potrebbe stare a simboleggiare il passaggio dell’anima del Faraone nell’aldilà”(mia traduzione). L’egittologo Zahi Hawass sostiene che non si tratta di una stanza misteriosa ma bensì di una tecnica costruttiva che impedisce che i grossi blocchi di granito sopra la Grande Galleria cadano sulla “Stanza del Re”.
SCOPERTI TUNNEL SOTTERRANEI SOTTO LA GRANDE PIRAMIDE DI GIZA (E L’OCCULTAMENTO DEI TUNNEL SOTTERRANEI CHE PARTONO DALLA SFINGE): LA PROVA DELL’ESISTENZA DI UNA CITTÀ SOTTERRANEA?
Parliamo ora di una scoperta ancora più recente. Già da molti anni persone del posto, tra cui Abd’el Hakim Awyan (1926 – 2008, egittologo, archeologo e guida turistica
Il “Pozzo di Osiride (Piana di Giza)
egiziana), raccontano dell’esistenza di un’infinità di tunnel sotterranei che passano sotto la Piana di Giza e arrivano…non si sa esattamente dove! A partire dagli anni ’50 i pochi tunnel che erano accessibili alla popolazione locale vennero chiuso dalle autorità e da allora fu vietato a chiunque di esplorare questi luoghi sotterranei. La città di Memphis (odierna Giza) è piena di passaggi sotterranei, pozzi, cavità misteriose, sistemi di caverne e camere sotterranee dove sono custoditi manufatti antichissimi e testimonianze storiche di tutti i tipi. Perché le autorità del posto si sono rifiutate di rivelare cosa è stato trovato in questi passaggi e stanze sotterranee? La stessa cosa è successa quando sono state condotte delle ricerche all’interno della Grande Piramide di Cheope…hanno tenuto nascosto, e ancora tengono nascosto al grande pubblico cosa hanno trovato durante gli scavi.
Quasi nessuno conosce le leggende locali riguardo la città sotterranea presso Memphis risalenti ad una civiltà antecedente a quella egizia. Pochi sanno che proprio sotto la Piana di Giza è stata scoperta una rete di gallerie con caverne e stanze sotterranee. Ma queste scoperte sono state tenute nascoste dagli archeologi mainstream e naturalmente omesse del tutto dai libri di storia!
Osiride”, da poco aperto al pubblico. Foerster, un ricercatore indipendente che collabora con la Khemit School of Ancient Mysticism, ha spiegato che per avere accesso a questo pozzo le autorità egizie richiedono che si ottenga uno speciale permesso oltre al pagamento di una “tassa”…per la modica cifra di 2.000 / 3.000 dollari potete “affittare” il pozzo per una gita della durata di due ore – naturalmente non è facile per una persona qualunque ottenere questa licenza, quindi se volete visitarlo dovrete affidarvi ad una guida turistica seria e dovrete essere in gruppo.
Spostiamoci fino all’Oasi del Fayyum (che si trova a pochi chilometri da Giza – vedi mappa). Un tempo era costeggiata dal lago Meride (che oggi passa esattamente al centro dell’oasi), e proprio in corrispondenza delle sponde del lago si trovava il labirinto descritto dallo storico greco Erodoto (484 a.C. – 425 a.C.), di dimensioni impressionanti, che si diceva contenesse 1500 stanze e altrettante caverne. A Erodoto non venne però permesso di ispezionare tutte le stanze, e i guardiani del labirinto spiegarono che la complessità del labirinto permetteva di difendere da occhi indiscreti manoscritti e testi antichissimi qui conservati. Erodoto ci ha lasciato una testimonianza scritta di questo posto, tanto ne rimase impressionato:
In quel luogo vidi dodici palazzi disposti in modo regolare e comunicanti tra di loro, inframmezzati da terrazze collegate a loro volta da una serie di dodici sale. È difficile credere che possano essere frutto del lavoro dell’uomo; le pareti sono coperte da figure scolpite e ciascun cortile è rivestito di marmo bianco e circondato da una colonnata. Vicino all’angolo in cui termina il labirinto si trova una piramide alta 73.152 metri, sulle cui pareti sono scolpite immagini di animali e in corrispondenza della piramide si trova un passaggio e delle stanze sotterranee che la collegano con le piramidi di Memphis (Giza).
Oasi del Fayyum – mappa
Memphis (l’odierna Giza) ha un sistema di caverne e passaggi sotterranei gigantesco, che comprende un’intricata serie di corridoi creati dall’uomo e moltissimi fiumi sotterranei e tunnel. Permangono fino a noi i racconti degli antichi, risalenti a migliaia di anni fa, ma dal 1978 grazie alle esplorazioni condotte dal Dr Jim Hurtak, il quale si è avvalso dell’aiuto del georadar, esiste una mappatura precisa di tutte le caverne sotterranee. Il Dr Hurtak e il suo team affermano di aver rinvenuto camere imponenti, persino più grandi delle più grandi cattedrali erette dall’uomo contemporaneo. Hurtak ci parla di una gigantesca metropoli sotterranea localizzata sotto la Piana di Giza, che si ritiene abbia più di 15.000 anni!
Erodoto non è stato l’unico a parlare dell’esistenza di queste immense strutture sotterranee; anche Giamblico di Calcide (245 d.C. – 325 d.C.), filosofo siro di lingua greca vissuto durante l’epoca romana, ci ha lasciato la sua testimonianza, e spiega come esista anche un passaggio che parte dalla Sfinge e la collega alla Grande Piramide di Giza:
Questo ingresso è ai giorni nostri ostruito dalla sabbia e dall’immondizia, ma può essere ancora localizzato, e si trova tra le zampe anteriori del colosso (la Sfinge). Tale passaggio un tempo era protetto da un cancello di bronzo che poteva essere aperto solamente dai Magi. Tutti provavano un profondo rispetto per questo posto e tale reverenza bastava già da sola a proteggerlo da occhi indiscreti. Nel ventre della Sfinge sono state scavate delle gallerie che conducono fino ai sotterranei della Grande Piramide di Giza. Queste gallerie erano talmente intricate che avventurarvisi senza l’aiuto di una guida garantiva che alla fine si tornasse sempre al punto di partenza.
Crantore (metà IV secolo a.C. – 276 a.C.), filosofo greco antico appartenente all’Accademia di Atene, affermò che su una serie di colonne sotterranee presenti in Egitto è incisa la preistoria dell’umanità, e inoltre confermava il racconto di Erodoto.
Rappresentazione artistica della città sotterranea di Giza
Sugli antichi sigilli cilindrici sumeri vengono descritti gli Annunaki e il loro rifugio segreto, ovvero: “un luogo sotterraneo […] al quale si accede attraverso un tunnel, e il suo ingresso è nascosto da cumuli di sabbia e da ciò che essi chiamano Huwana […] i suoi denti sembrano i denti di un drago e la sua testa è come quella di un leone”. L’Huwana è “incapace di muoversi in avanti e di muoversi all’indietro”. I testi sumeri descrivono in dettaglio la Sfinge che si trova sulla Piana di Giza. Si ipotizza che la Sfinge, oltre ad essere ancora più antica delle Piramidi stesse, sia stata eretta come protettrice delle Piramidi e del sistema sotterraneo di gallerie.
Lo storico romano Plinio il Vecchio (23 d.C. – 79 d.C.) racconta che sotto l’imponente Sfinge si trova la tomba segreta di un monarca chiamato Harmakhis, nella quale sono custoditi grandi tesori. Un tempo la Sfinge era chiamata “La Grande Sfinge Harmakhis che monta di guardia sin dai tempi dei Seguaci di Horo”.
Lo storico romano Ammiano Marcellino (330/332 d.C. – 397 d.C. circa) conferma l’esistenza di passaggi sotterranei presso la Piana di Giza:
[…] Iscrizioni che gli antichi affermavano essere state incise sulle mura di certe gallerie e passaggi sotterranei si trovavano in questi
Tunnel Sfinge (Giza)
luoghi segreti e sicuri per impedire che le conoscenze antiche venissero perdute durante il Diluvio Universale.
Lo scrittore arabo Altelemsani, i cui scritti sono custoditi presso il British Museum, documentò l’esistenza di una grandissima camera di forma quadrata sotterranea che si trova tra la Grande Piramide di Giza e il Nilo. Altelemsani scrisse che qualcosa di gigantesco ne impediva l’accesso:
Ai tempi di Ahmad ibn Tulun (militare turco che prese il potere in Egitto all’incirca verso l’870 d.C.), un gruppo di persone entrò nel tunnel (dalla Sfinge) che conduce fino alla Grande Piramide e in una camera trovò un calice di vetro di un colore e di una consistenza particolare. Mentre si preparavano ad uscire si accorsero di aver perso uno dei loro compagni e quando andarono a cercarlo questi venne loro incontro completamente nudo e ridendo, e disse loro: “Non venite a cercarmi e non seguitemi,” e quindi tornò di corsa nel passaggio che conduceva alla Grande Piramide. I suoi compagni capirono che doveva essere stato stregato.
Avendo saputo di questa strana avventura Ahmad Ibn Tulun espresse il desiderio di vedere il calice di vetro. Così il calice venne ispezionato con cura e si scoprì che quando era vuoto o pieno di acqua aveva lo stesso peso.
Nel corso del X secolo d.C. uno scrittore di nome Masoudi disse che statue simili a robot erano i guardiani delle gallerie sotterranee che si trovano sotto la
Accesso segreto – Sfinge
Grande Piramide. Secondo Masoudi questi robot erano stati programmati per uccidere tutti, eccetto chi si distingueva e dimostrava di essere degno di procedere. Masoudi scrisse: “testi che riportano nel dettaglio conoscenze antiche avanzate nelle più svariate arti e scienze sono tenuti nascosti e vengono qui custoditi per essere consultati in tempi futuri da coloro i quali saranno in grado di comprenderli”. Lo stesso Masoudi confessò di aver avuto accesso a una parte di questi scritti: “Ho visto cose che nessuno penserebbe mai di descrivere agli altri per paura che le persone inizino a dubitare della sua intelligenza…in ogni caso io posso dire di aver letto questi scritti”.
Accesso segreto ai tunnel sotto la Sfinge
Secondo Erodoto i sacerdoti egiziani raccontavano dell’esistenza di tunnel sotterranei, opera dei costruttori originari di Memphis.
Queste teorie vennero confermate da una scoperta risalente al 1993: durante i lavori di restauro della Sfinge il team di esperti ha rinvenuto un passaggio antichissimo che dall’esterno conduce all’interno del monumento. Il Dr Zahi Hawass (il primo Direttore del Consiglio Supremo delle Antichità egiziano in carica dal 31 gennaio al 3 marzo 2011), che al tempo era a capo del team, disse di non avere nessuna intenzione di rimuovere l’ostruzione che impediva il passaggio.
Nel 1935, a conclusione di un decennio di ricerche, venne pubblicato un articolo da parte di Hamilton M. Wright, nel quale vengono descritti i tunnel che si trovano sotto la Piana di Giza:
Abbiamo scoperto un passaggio sotterraneo utilizzato dagli antichi egizi 5000 anni fa. Questo parte dalla strada rialzata che collega la Grande Piramide alla Sfinge. Tale passaggio permette di spostarsi dalla Piramide di Cheope alla Piramide di Chefren passando sotto la strada rialzata. A partire da questo passaggio abbiamo anche scoperto l’esistenza di una serie di cavità che a sua volta conducono a grandissime stanze, che si trovano a più di 38 metri sotto la superficie.
Pochissime persone al mondo sanno dell’esistenza di questi passaggi sotterranei, nonostante il fatto che durante gli anni ’30 del ‘900 sono stati pubblicati tanti articoli in merito. Oggi quanti di noi possono dire di averlo appreso dai libri di scuola?
Naturalmente nel corso del XX secolo sono proseguite e ancora oggi proseguono le ricerche, ma tutto ciò è tenuto nascosto, occultato al grande pubblico.
LE PIRAMIDI DI NEFEREFRE E ZAWYET EL ARYAN: L’UNA DEFINITA “INCOMPIUTA”, L’ALTRA DIVENUTA UNA DISCARICA!
La piramide “incompiuta” di Neferefre si trova in Egitto, presso Abusir.
Piramide “incompiuta” di Neferefre (Abusir)
Per l’archeologia ufficiale la Piramide di Neferefre è rimasta incompiuta… la struttura è costituita da due cavità di forma rettangolare, scolpite nella roccia, di cui la prima si estende verticalmente verso nord e la seconda orizzontalmente verso est – osservate l’immagine qui al lato. I primi archeologi a studiare la piramide sono stati Perring, Lepsius, de Morgan, Borchardt e altri; alcuni egittologici la attribuiscono al faraone Neferefre, mentre altri a Shepseskare (entrambi faraoni della 5° dinastia). Stranamente nessuno degli studiosi riteneva che la mummia del faraone in questione fosse custodita all’interno di questa piramide. È da verificare la scoperta fatta nel 1970 dai ricercatori dell’Università di Praga, i quali trovarono i resti di una mummia, che sembra essere proprio quella del faraone Neferefre; però molti di noi non sanno che tutto ciò che appartiene all’epoca dell’Egitto dinastico è stato rinvenuto in prossimità delle piramidi e mai al loro interno. Ciò fa pensare (come molti altri ricercatori indipendenti hanno già spiegato) che gli egizi riutilizzarono strutture mastodontiche costruite da una civiltà precedente che possedeva una tecnologia avanzatissima (i Khemitiani?). Durante gli scavi condotti negli anni ’70 tutto ciò che è stato rinvenuto all’interno della struttura sono le grandi cavità di forma rettangolare, oltre a grossi blocchi di granito rosa (proveniente dalle cave di Aswan) – infatti l’ingresso alla piramide (che si trova a nord) era ostruito da un blocco gigantesco di granito rosa, come se qualcuno avesse voluto impedire l’accesso a questo luogo – e qualcosa che gli egittologi definiscono un “sarcofago”. All’esterno della struttura, sulla sua destra, si trovano le rovine di un tempio risalente all’Egitto dinastico, costruito con tecniche completamente diverse (vedete l’immagine qui al lato – la “piramide incompiuta” è il quadrato evidenziato in giallo, mentre il tempio della famiglia di Neferefre è la struttura che si trova al lato e che in inglese è chiamata “Mortuary Temple”, cioè
Piantina della Piramide di Neferefre (notare che ad oggi non sono ancora stati condotti scavi nella zona del tempio funerario).
La “piramide di Neferefre”
tempio funerario). La “piramide incompiuta” di Neferefre è chiusa da un muro cinta, il che ci fa dubitare che sia rimasta incompiuta – che senso ha costruire un muro di cinta intorno ad una struttura incompiuta? I sacerdoti egizi chiamavano questa struttura la “collina primordiale,” ad indicare che la costruzione originaria era proprio questa, e non il tempio funerario adiacente.
Il tempio funerario di Neferefre viene menzionato in un frammento di papiro rinvenuto nel tempio funerario del faraone Neferirkare (3° re della 5° dinastia). Questo documento conferma che il tempio di Neferefre era localizzato nella zona di Abusir. Inoltre nel paese di Abusir è stato rinvenuto un blocco di pietra calcarea proveniente dal tempio di Neferirkare, sul quale è ritratta una scena (parziale) che vede come protagonista la famiglia di questo faraone, ovvero sua moglie, Khentkaues II, e il suo figlio maggiore, Neferre. Gli studiosi ritengono che Neferre, il cui nome significa “Re è bello”, in seguito si fece chiamare Neferefre, che significa “Re è la sua bellezza”.
Presso Abusir si trovano le seguenti piramidi:
La piramide di Neferikare Kakai
La piramide di Niuserre
La piramide di Sahura
Che sono le piramidi più importanti. E le piramidi minori:
La piramide incompleta di Neferefre
La piramide della regina Khentkaues II, moglie di Neferikare e madre di Neferefre
La piramide incompiuta di Shepseskaf
E molte altre strutture. Il fatto che in questa località sono state rinvenute le tre piramidi principali di Neferikare, Niuserre e Sahura, e che subito dopo si trovava questa struttura incompiuta, ha portato gli archeologi a supporre che si trattasse proprio della piramide di Neferefre.
La cosa interessante è che la struttura della “piramide incompiuta di Neferefre” è identica a quella di altre due piramidi, ovvero la piramide di Zawyet El Aryan (che si trova presso l’omonima città) e quella di Djefre (che si trova presso Abu Rawash). Forse si tratta di qualcosa di diverso e non di una “piramide” e ciascuna di queste strutture assolveva ad una funzione pratica, per esempio potrebbe essersi trattato di un osservatorio astronomico o di chissà cosa?
La “piramide di Zawyet El Aryan”
Della piramide di Zawyet El Aryan parlò per la prima volta l’egittologo tedesco Karl Richard Lepsius, che condusse delle ricerche tra il 1842 e il 1846. Successivamente l’archeologo italiano Alessandro Barsanti ispezionò ancora più approfonditamente la struttura. Barsanti condusse le sue esplorazioni tra il 1904 e il 1905, e le riprese tra il 1911 e il 1912, ma, a causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale e successivamente a causa della morte dello stesso Barsanti, avvenuta nel 1917, le sue ricerche si fermarono. Barsanti rimase letteralmente ammaliato dal sito archeologico, tanto che auspicò che i turisti vi si recassero in massa. Tutto rimase fermo fino al 1954, quando in questo sito archeologico vennero effettuate le riprese del film La Regina delle Piramidi (The Land of the Pharahos) di Howard Hawks, e quindi la cavità venne ripulita per la
prima volta dalla sabbia e dai detriti. A partire dal 1964 la “piramide” si trova all’interno di una zona militare protetta (e quindi inaccessibile al pubblico) e le cavità della “piramide inconclusa” è utilizzata come discarica!
Foto dell’archeologo italiano Alessandro Barsanti presso la piramide di Zawyet El Aryan
lungo 4.572 metri, alto 2.4384 metri, largo 1.524 metri, per un peso stimato di 100 tonnellate. In più c’è un blocco di granito in particolare di proporzioni gigantesche che gli studiosi non riescono a spiegarsi come è potuto essere stato trasportato all’interno della struttura! Nella cavità orizzontale è stato rinvenuto un misterioso “sarcofago” con una apertura ovale, scolpito direttamente nel pavimento, e si trova nella cavità che un tempo era all’aperto, cioè non aveva un tetto. Quando gli archeologi hanno condotto le esplorazioni (tra il 1800 e il 1900) non hanno rinvenuto nessuna mummia all’interno di questa struttura.
Oggi questa struttura è completamente sommersa dall’immondizia e probabilmente è stata rovinata per sempre.
E le autorità egiziane…ma soprattutto i dirigenti del Ministero delle Antichità? Hanno dato il permesso per chiudere questi siti archeologici e riempirli di immondizia, e questo ci fa capire che hanno interesse a nasconderci qualcosa…la verità! Se non c’è nulla di importante da vedere in questi siti archeologici perché chiuderli al pubblico?
Concludo facendo presente che se non fosse stato per la persona che ha creato e che cura i contenuti del canale YouTube americano cfapps7865, che si fa chiamare Chuck, ci saremmo dimenticati dell’esistenza della “piramide inconclusa,” oggi divenuta una discarica, di Zawyet El Aryan.
Piramide di Zawyet El Aryan
Piramide di Zawyet El Aryan – il misterioso “sarcofago” nel pavimento a forma ovale
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