La storia del Reiki Usui

In questo articolo ripercorriamo la storia del famoso sistema di guarigione Reiki Usui. Si tratta di una piccola anteprima del nostro corso completo di Reiki Usui.

Il Reiki Usui è il sistema di guarigione energetica più diffuso ai nostri tempi ed è raro incontrare persone “spirituali” che non ne hanno mai sentito parlare. Alcuni ritengono che la diffusione di un Reiki “corrotto” che non è più il vero sistema Usui delle origini sia qualcosa di profondamente sbagliato, e c’è addirittura chi lo ha definito l’invenzione del demonio. Anche se il Reiki delle origini è praticato solamente all’interno di determinati gruppi o sette localizzate principalmente sul territorio giapponese, è vero che Mikao Usui, il fondatore, voleva un sistema che si adattasse a tutte le culture e a tutte le religioni del mondo. Il suo Reiki era libero, fluido, intuitivo e per nulla elitario. Il Reiki è un’energia neutrale e molto potente che può essere utilizzata (come tutto, del resto!) in modo positivo o negativo. La responsabilità dell’uso di questa energia è nelle mani di chi pratica Reiki!

Il sistema oggi in uso in Occidente – che tra l’altro negli ultimi anni è stato rivisto e reso più vicino allo spirito originario del Reiki – è incredibilmente semplice e facilmente accessibile. In base a quanta fede ha nel Reiki chi lo pratica si possono ottenere risultati strabilianti oppure può essere semplicemente un aiuto per il proprio cammino interiore.


Il Reiki prima di Mikao Usui

Prima che Mikao Usui desse vita alla sua nuova forma di Reiki in Giappone esistevano almeno 4 tipologie diverse di Reiki:

  • Nel 1914 il terapeuta giapponese Matiji Kawakami inventò un sistema di guarigione chiamato Reiki Ryoho, e nel 1919 pubblicò un libro intitolato Il sistema di guarigione Reiki e i suoi effetti. Gli altri tre sistemi di Reiki in uso a quel tempo erano:
  • Il Reikan Tonetsu Ryoho di Reikaku Ishinuki.
  • Il Senshinryu Reiki Ryoho di Kogetsu Matsubara.
  • Il Seido Reishojutsu di Reisen Oyama.

Nel 1922, quando Usui Sensei* ebbe la sua esperienza mistica sul monte Kurama Yama queste 4 diverse tipologie di Reiki erano ancora in uso. Infatti il Maestro Usui decise di chiamare la sua disciplina energetica “Reiki” proprio ad indicare che conosceva gli altri stili del sistema Reiki Ryoho diffusi al tempo e che quindi il suo era un altro stile di Reiki Ryoho.

Ma dopo la Seconda Guerra Mondiale le altre 4 forme di Reiki caddero in disuso o continuarono ad essere praticate solamente da gruppi di dimensioni ridotte e pressoché sconosciuti, mentre il Reiki Ryoho di Usui Sensei acquisì sempre maggiore popolarità.


Biografia di Mikao Usui e nascita del Reiki Usui

Il Dottor Mikao Usui nacque il 18 agosto 1865 in Giappone da una famiglia benestante di religione buddhista. Si formò presso un monastero Tendai* divenendo un abile samurai; inoltre praticava il Kiko, la versione giapponese del Chi Kung.

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Dr Mikao Usui. 

Usui era alla ricerca di un sistema di guarigione che funzionasse attraverso l’imposizione delle mani per guarire sé stesso e gli altri, ma che non prosciugasse tutte le sue energie vitali. Si può dire che dedicò tutta la sua esistenza alla ricerca di tale sistema. Usui era un uomo estremamente colto e di mente aperta, conosceva molte tecniche di guarigione, era esperto di arti marziali e sapeva utilizzare pietre e cristalli. La sua grande erudizione e apertura mentale gli permisero di compiere diversi viaggi in tutto il mondo, recandosi fino in Occidente, dove volle conoscere la medicina allopatica; il suo sistema si adatta infatti a tutte le culture e a tutte le religioni del mondo. Dopo aver viaggiato in Oriente e in Occidente, Mikao Usui decise di tornare in Giappone e di diventare un monaco laico (laico perché era spostato e aveva famiglia) buddhista Tendai, stabilendosi in un monastero situato nei pressi del Monte Kurama Yama, dove proseguì i suoi studi. La sua vasta cultura gli valse il titolo di “dottore” in Occidente, mentre in Oriente gli è stato attribuito il titolo “Sensei,” cioè insegnante o maestro.

Nella sua vita Usui si interessò praticamente di tutte le scienze: studiò medicina, psicologia, divinazione, e volle conoscere tutte le religioni del mondo. Inoltre cambiò molte volte lavoro: fu un funzionario statale, un comune impiegato, un industriale, un reporter, il segretario di un politico, un missionario, un sorvegliante di detenuti, e infine il segretario particolare del politico giapponese Shimpei Goto. Era sposato con Sadako Suzuki con la quale ebbe due figli, un maschio di nome Fuji e una femmina di nome Toshiko. Come già detto in seguito decise di diventare prete laico presso l’ordine buddhista Tendai. 

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Monte Kurama Yama.

Usui Sensei voleva trovare un modo per avvicinarsi il più possibile al proprio scopo di vita, uno stato dell’essere molto particolare dal quale l’individuo è in grado di comprendere la sua missione e come realizzarla. Inoltre la persona a questo livello gode di infinita pace interiore e non si fa influenzare dal mondo esterno. Questo livello di coscienza in giapponese si chiama An-Shin Ritsu-Mei, e una volta raggiunto si mantiene senza sforzo, essendo una forma di Illuminazione spirituale. Una via per giungere allo stato An-Shin Ritsu-Mei è quella della meditazione Zazen,* percorso che Mikao Usui intraprese per tre anni proprio per giungere all’illuminazione. Nel febbraio del 1922 il suo maestro di Zazen, vedendo che il suo allievo aveva praticato quella disciplina con scarso successo, gli consigliò di dedicarsi ad una pratica ancora più impegnativa, cioè di andare a meditare, pregare e digiunare per 21 giorni consecutivi presso il monte Kurama Yama, una montagna sacra situata a nord di Kyoto. Quindi Usui condusse diversi periodi di meditazione, ciascuno della durata di 21 giorni. In particolare prese parte a un percorso meditativo chiamato Isyu Guo, che aveva come scopo finale quello di raggiungere l’Illuminazione. Quindi visse per 21 giorni in una grotta presso il monte Kurama Yama, dove non fece altro che digiunare, meditare e pregare tutto il tempo. Sul monte Kurama si trova una piccola cascata sotto la quale i meditatori si mettono a meditare: mentre sono in stato meditativo l’acqua cade copiosa sulla cima della testa, in corrispondenza del Chakra della Corona, attivando così questo centro energetico. Usui meditò sotto la cascata, ma non successe nulla fino alla mattina del ventunesimo giorno, quando gli apparvero dei simboli scritti in antico sanscrito che lo portarono a sviluppare il suo sistema di guarigione Reiki.


I 4 miracoli

Dopo aver ricevuto la visione dei simboli in antico sanscrito Usui iniziò a scendere dalla montagna e mentre camminava si ferì al piede con un sasso e istintivamente pose entrambe le mani sulla ferita. Quando rimosse le mani si accorse che la ferita stava già guarendo e che il sanguinamento si era già fermato. Questo è considerato il primo miracolo.

Mentre tornava a casa, una volta sceso dalla montagna, decise di fermarsi presso un ristorante per mangiare qualcosa (ricordiamo che aveva digiunato per ben 21 giorni). Gli consigliarono di mangiare con moderazione dato che aveva digiunato a lungo e quindi il suo corpo non era in grado di ingerire grandi quantità di cibo, invece lui fu in grado di mangiare tutto ciò che potevano offrirgli. Questo è considerato il secondo miracolo.

Nel ristorante in cui si era fermato a mangiare Usui venne a sapere che la nipote del proprietario aveva un forte mal di denti e che era afflitta da dolori fortissimi. Pose le sue mani su entrambi i lati del viso della giovane e il dolore sparì immediatamente. Questo è considerato il terzo miracolo.

Sempre sulla via del ritorno Usui si fermò a visitare l’abate del monastero Zen, il quale soffriva di artrite. Tramite l’imposizione delle mani riuscì a portare sollievo alle sofferenze dell’abate, e questo è considerato il quarto miracolo.


La fondazione della prima clinica del Reiki e la morte di Usui

Dopo aver sperimentato i poteri di guarigione della sua nuova forma di Reiki, Usui decise che era giunto il momento di fondare una sua propria clinica presso Kyoto, dove iniziò

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La Usui Reiki Ryoho Gakkai, associazione fondata da Mikao Usui nel 1922. 

a svolgere trattamenti e passare il suo sistema di guarigione agli altri. La clinica ottenne grande successo, tanto che Usui Sensei viaggiò per tutto il Giappone per guarire e insegnare il suo Reiki. Le sue tariffe variavano in base alla ricchezza di ciascun cliente: in caso di persone povere o poverissime chiedeva molto poco e in certi casi nulla. Per lui era importante che il Reiki fosse alla portata di tutti. Scrisse anche un suo manuale di Reiki Usui, che giunse in Occidente solamente verso la fine degli anni ’90 per merito del Reiki Master tedesco Frank Arjava Petter, intitolato Il manuale originale di Reiki del Dottor Mikao Usui, pubblicato in Italia per la prima volta nel 1999 col titolo Il manuale illustrato del Reiki edito da Mediterranee, grazie all’interessamento del Reiki Master Dario Canil.

I primi decenni del 1900 furono un periodo di grandi cambiamenti per il Giappone, che si stava aprendo sempre di più all’Occidente e stava vivendo importanti trasformazioni politiche, culturali e religiose. Gli insegnamenti del Dottor Usui piacevano molto agli anziani, i quali li vedevano come un ritorno agli antichi ideali e alle antiche pratiche spirituali giapponesi. Per il fatto che la popolazione giapponese al tempo era molto povera Usui dovette tenere i prezzi bassi e in diverse occasioni lavorò gratuitamente.

Per Mikao Usui bisogna prima imparare a guarire sé stessi per riuscire a guarire gli altri.

Il 1° settembre 1923 un forte terremoto colpì Tokyo e Yokohama, causando più di 140.000 morti, e per questo motivo è considerato il più grande disastro naturale mai avvenuto nella storia del Giappone. Mikao Usui e i suoi studenti accorsero nelle aree colpite per aiutare la gente del posto e al tempo la richiesta di trattamenti Reiki era salita alle stelle, così la disciplina energetica fondata da Usui divenne sempre più famosa.

Nel 1925 la crescente popolarità del Reiki spinse Usui a fondare una nuova e più grande scuola / clinica fuori Tokyo, presso Nakano. Qui i suoi studenti “anziani” (con maggiore esperienza, cioè i “Master”) continuavano il suo lavoro mentre lui era in viaggio per il Giappone.

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Usui Memorial presso la tomba del Sensei.

Improvvisamente, il 9 marzo del 1926, durante un dei suoi numerosi viaggi, precisamente quando Mikao Usui si trovava presso Fukuyama (prefettura di Hiroshima), questi fu colpito da un terzo ictus cerebrale, che lo portò alla morte ancora prima che compiette 61 anni. Il Sensei venne sepolto nel Tempio Saihoji, presso Suginami-Ku (Tokyo). Si tratta del tempio Jodo-shu, anche chiamato “tempio del Buddhismo della Terra Pura* di proprietà del monastero buddhista di Tokyo.

Al tempo della sua morte il Dottor Usui aveva iniziato circa 16 Reiki Master, uno dei quali era il celebre Dottor Chujiro Hayashi (1878 – 1940); ciò era una garanzia che il sistema di guarigione di Usui sarebbe sopravvissuto alla sua morte.

Frank Arjava Petter riuscì a risalire alla vera storia del Reiki grazie al ritrovamento dell’Usui Memorial presso la tomba di Mikao Usui. 


L’eredità del Dottor Chujiro Hayashi

Il Dottor Hayashi era un ufficiale marittimo arruolato nella marina giapponese. Si laureò in medicina nel dicembre del 1902 presso l’Accademia Navale, e in seguito si formò come Reiki Master sotto la guida di Mikao Usui nel 1925, all’età di 47 anni. Si crede che Hayashi fu uno degli ultimi Reiki Master iniziati da Usui in persona. Hayashi è ricordato per aver apportato modifiche significative al sistema Reiki Usui diffuso in Occidente, infatti:

  1. molti pensano che fu l’inventore del sistema delle posizioni fisse delle mani (Usui utilizzava un approccio intuitivo molto fluido, che iniziava con una sorta di scansione del corpo, chiamata Byosen).
  2. Fu lui ad iniziare al grado di Reiki Master la signora Takata, colei che portò il Reiki in Occidente.

Dopo aver ricevuto le attivazioni al Reiki, Hayashi lasciò la clinica di Usui con

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Il Dr. Chujiro Hayashi.

l’intenzione di fondarne una propria a Tokyo, che chiamò la Hayashi Reiki Kenkyu-Kai, la quale ospitava in totale 8 letti e 16 guaritori. I terapeuti lavoravano a coppie di due su ciascun paziente. Originariamente Hayashi aveva ideato da un minimo di 7 a un massimo di 8 posizioni fisse delle mani per trattare solamente la parte superiore del corpo. Trattando ciascuno dei centri energetici principali (che corrispondono ai meridiani della medicina cinese) l’energia fluisce fino al resto del corpo, ovvero gli arti: per la medicina tradizionale orientale il corpo vero e proprio comprende solamente la testa e il torso, mentre gli arti sono considerati “parti esterne”. Per cui, secondo questa visione, basta trattare unicamente la testa e il torso per guarire corpo, mente e spirito. Successivamente in Occidente sono state insegnante ulteriori posizioni fisse per trattare direttamente gli arti.

Il Dottor Hayashi creò un suo manuale di 40 pagine, destinato ai suoi studenti, nel quale veniva spiegato come utilizzare le posizioni fisse delle mani e quali scegliere in base al disturbo da trattare. Hayashi iniziò a sua volta altri 17 Reiki Master, tra i quali la celebre Mrs Takata.


La carriera del Dottor Hayashi e la sua misteriosa morte

Tra il 1904 e il 1905 (quindi prima di conoscere Usui) Hayashi prestò servizio nella guerra russo-giapponese, ottenendo il titolo di Capitano. Nel 1918 fu nominato Direttore del Comando Marittimo di Ominato, presso la penisola Shimokita (Giappone settentrionale). All’età di 46 anni decise di lasciare la carriera militare e da quel momento in poi si dedicò al Reiki.

Nel 1937 Hayashi si recò alle Hawaii insieme a sua figlia e qui vi restò per diversi mesi, ospitato dalla Takata, che lo aveva invitato a tenere seminari e conferenze sul Reiki. Prima di tornare a casa Hayashi iniziò la Takata a Reiki Master e le conferì l’attestato Shihan (Insegnante Master).

Subito dopo essere rientrato in Giappone le autorità navali chiesero ad Hayashi di fornire loro informazioni circa le Hawaii, e quando il Dottore si rifiutò di farlo venne accusato di essere una spia degli americani. Sentendosi umiliato Hayashi decise di porre fine alla sua vita in modo onorevole, attraverso il rituale del Seppuku* l’11 maggio del 1940. Tuttavia alcuni pensano si trattò di un omicidio, e ancora oggi non abbiamo notizie certe sulla morte di Hayashi. 

Sua moglie Chic si occupò di gestire la sua clinica e viaggiò per tutto il Giappone per insegnare Reiki esattamente come aveva fatto il marito. Nessuno dei due figli di Hayashi seguì le sue orme, quindi l’Istituto Hayashi chiuse alla morte di Chic Hayashi. Si pensa che la vedova chiese alla Takata di prendere in mano la gestione della clinica, ma questa rifiutò.


Il Reiki nelle mani della Takata

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La signora Takata.

Hawayo Takata nacque sull’isola di Kauai (Hawaii) nel 1900 da immigrati di origine giapponese. Suo padre lavorava nelle piantagioni di canna da zucchero ma la figlia riuscì a sposare il contabile della piantagione, Saichi Takata. Quest’ultimo morì nell’ottobre del 1930, all’età di 34 anni, lasciando la moglie sola a prendersi cura delle loro due figlie: questo fu un periodo durissimo per la Takata, che dovette lavorare giorno e notte per assicurare la sussistenza della sua famiglia, e dopo 5 anni di lavoro intenso iniziò ad accusare fortissimi dolori all’addome, un disturbo ai polmoni ed ebbe un esaurimento nervoso. Poco dopo una delle sue sorelle morì e dovette viaggiare fino in Giappone per portare la triste notizia agli anziani genitori. Arrivata in Giappone cercò qualcuno che fosse in grado di curarla, e dopo aver preso parte ai funerali della sorella tenutisi in Giappone la Takata fu ricoverata in ospedale, dove le furono diagnosticati un tumore allo stomaco, calcoli biliari, appendicite e asma. Le venne detto di prepararsi a subire un intervento chirurgico importante, ma all’ultimo minuto cancellò l’operazione, perché la sua intuizione le diceva che non era necessaria. Chiese invece al capo chirurgo che avrebbe dovuto operarla se esisteva un luogo dove potesse essere guarita senza doversi sottoporre ad un intervento chirurgico, e questi le diede l’indirizzo della clinica di Hayashi. Qui ricevette diversi trattamenti di Reiki e una volta guarita decise di studiare il Reiki a sua volta.

Così nel 1937 tornò alle Hawaii per iniziare a svolgere trattamenti di Reiki e in questo periodo ospitò Hayashi. Nel 1940 venne richiamata in Giappone da Hayashi: stava per scoppiare la seconda guerra mondiale e il Dottore, in qualità di Reiki Master, non aveva nessuna intenzione di parteciparvi, così (secondo alcune versioni) passò il titolo di Master alla Takata e poi si suicidò.

Dal 1940 al 1970 la Takata ebbe cura di passare le attivazioni esclusivamente ai livelli 1 e 2, mentre tra il 1970 e il 1980 (anno della sua morte) iniziò circa 22 Reiki Master in Occidente, mantenendo sempre il titolo di Reiki Grand Master (probabilmente inventato dalla Takata stessa dato che sembra che Usui non si fece mai chiamare Grand Master). Ma la Takata NON DESIGNÒ NESSUN SUCCESSORE ALLA SUA MORTE, DANDO VITA ALLA FASE DELLA “DEMOCRATIZZAZIONE DEL REIKI”. In verità non risulta che Usui stesso designò mai un successore, e non è certo che Hayashi mise il Reiki nelle mani della Takata.


Critiche mosse contro la Takata

La Takata è stata criticata principalmente per le seguenti ragioni:

  • Si fece chiamare Grand Master senza aver diritto a questo titolo, peraltro inventato da lei.
  • Diffuse in Occidente una falsa storia del Reiki e del suo fondatore, Mikao Usui, presentandolo come un prete Cristiano e facendolo diventare una figura divina, a tratti cristica.
  • Svolse trattamenti e condusse attivazioni al Reiki dietro pagamento di grandi somme di denaro (il costo dell’attivazione al livello III era di ben $10.000!). Inoltre per diventare Reiki Master bisognava essere stati selezionati dalla Takata.

A sua discolpa c’è da dire che si trovò a diffondere il Reiki, un sistema di guarigione giapponese, in Occidente subito dopo la seconda guerra mondiale e quindi in un momento in cui l’attacco di Pearl Harbor non era ancora stato dimenticato. Doveva perciò far diventare Usui Cristiano per far sì che il Reiki fosse accettato in Occidente. Inoltre dovette diffondere un SISTEMA SEMPLIFICATO, dato che la cultura Occidentale non avrebbe mai potuto comprendere e apprezzare pienamente la complessità del vero Reiki giapponese. Il Reiki Ryoho Usui praticato in Giappone ancora oggi è molto più complicato rispetto al Reiki in uso in Occidente.

La sua paura era che se non avesse imposto ai suoi studenti e clienti occidentali un costo molto alto per l’attivazione a Master (pensiamo alla rapida diffusione del neoliberismo e del consumismo sfrenato dopo le due guerre mondiali), questi non avrebbero preso sul serio il dono ricevuto. La Takata sosteneva che Usui, quando trattò gratuitamente gli sfollati e i senzatetto in Giappone, ebbe scarso successo perché questi non avevano pagato per l’energia ricevuta. Dalla Takata in poi in Occidente si è diffusa l’idea che ad una prestazione spirituale deve corrispondere uno scambio energetico per evitare che chi esegue il trattamento venga letteralmente prosciugato da chi lo riceve e per far sì che quest’ultimo si impegni ad utilizzare al meglio l’energia ricevuta.

La Takata ha il merito di aver consentito al Reiki di sopravvivere in Giappone e di giungere fino in Occidente. Senza la sua opera di divulgazione e la semplificazione del metodo oggi non sapremmo nemmeno cosa è il Reiki.


Phyllis Lei Furumoto e Iris Ishikuro

Phyllis Lei Furumoto, deceduta il 31 marzo 2019, era la nipote della Takata: sua nonna

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Phyllis Lei Furumoto.

la iniziò a Reiki Master e alla sua morte, nel 1980, non avendo designato nessun erede, la Furumoto decise di autoproclamarsi Reiki Grand Master fondando la Reiki Alliance, presentandosi quindi come leader mondiale del Reiki. Carell Ann Farmer, amica e allieva della Furumoto, decise di prendere le distanze da questa organizzazione, spiegando, in una lettera pubblicata via Internet nel dicembre del 1997 che la Furumoto aveva deciso di seguire le orme della nonna esclusivamente per interessi economici. In effetti la Reiki Alliance divenne ben presto un’organizzazione corrotta, dispotica, disarmonica che contribuì a diffondere nel mondo la falsa storia del Reiki.

Nelle note trovate la lettera completa della Farmer sia nell’originale inglese che in italiano.

Iris Ishikuro, cugina di Phyllis Furumoto, una dei Master iniziati dalla Takata, oltre che

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(l’unica foto he sono riuscita a trovare di) Iris Ishikuro. 

praticante di varie altre tecniche energetiche, invece, subito dopo la morte della sua insegnante nel 1980 decise che era giunto il momento di rompere con la tradizione dei 10.000 dollari per l’attivazione a Reiki Master. La Ishikuru però iniziò solamente due Master: sua figlia Ruby e Arthur Robertson, considerato il primo Reiki Master occidentale a non dover pagare 10.000 dollari per essere iniziato. Dato che Iris Ishikuro faceva parte della confraternita Johrei, un’organizzazione religiosa che utilizza l’energia guaritrice emessa dalle mani per curare le persone, e dato che aveva imparato un’altra forma di Reiki dalla sorella (la quale lavorava in un tempio

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(anche questa l’unica foto di) Arthur Robertson in compagnia di Iris Ishikuro. 

tibetano nelle Hawaii), sviluppò la forma di Reiki chiamata RAKU REIKI. Ancora oggi chi viene attivato a questa forma di Reiki impara ad utilizzare il simbolo RAKU, non presente nel Reiki originario.

Per il fatto che la Ishikuro decise di offrire l’attivazione al Reiki ad un prezzo più accessibile, si stima che il la maggior parte dei Reiki Master presenti oggi nel mondo abbiano nel loro lignaggio la Ishikuro.

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RAKU, il nuovo simbolo introdotto nel Reiki Occidentale da Iris Ishikuro e dal suo allievo Arthur Robertson. 

La Usui Reiki Ryoho Gakkai

Chiudiamo l’articolo dicendo brevemente che si ritiene che la Usui Reiki Ryoho Gakkai (sede: Tokyo) sia la prima organizzazione di Reiki fondata da Mikao Usui stesso nel 1922. Si stima che oggi conti circa 100 membri e che vi si possa accedere solo se si è stati invitati.


Note

*Sensei in giapponese significa “maestro” o “insegnante” [e quindi Mikao Usui viene chiamato “Usui Sensei”.]

(Fonte: Wikipedia, Sensei, modificata per l’ultima volta il 29 marzo 2019 alle 18:31, it.wikipedia.org: https://it.wikipedia.org/wiki/Sensei).


*Tendai: setta del buddhismo giapponese sorta nel sec. IX per incoraggiamento dell’imperatore Kwammu e a opera del monaco Saichō. Questi, per mandato imperiale, si recò in Cina alla ricerca di una scuola buddhista adatta alla nazione giapponese. La trovò nella dottrina praticata in un monastero situato sul monte Tien-tai (donde il nome giapponese della setta). Su quei principi si sviluppò il tendai: si trattava di una soteriologia universale (dottrina della salvezza che libera dal male) che prescriveva i modi di attualizzazione della buddhità potenziale ritenuta congenita a ogni uomo. L’attualizzazione o il perfezionamento viene raggiunto per gradi: i primi 10 concernono la fede, altri 10 la conoscenza, 20 la pratica e infine gli ultimi 2 l’illuminazione. Il tutto non prevede l’astrazione dal mondo: il tendai nato con fini politici e sociali, oltre che soteriologici, partecipò sempre attivamente alla vita nazionale giapponese. Parallelamente, neppure il nirvana venne inteso come negazione assoluta dell’esistenza, ma si configurò come un paradiso oltretombale destinato ai meritevoli.

(Fonte: Sapere.it, tendai, 2018, DeAgostini, sapere.it: http://www.sapere.it/enciclopedia/tendai.html).


*La meditazione zen o zazen è una pratica orientale millenaria che ha come obiettivo principale il rilassamento totale del corpo e della mente per la riscoperta della vera natura dell’uomo. Le origini di questa disciplina risalgono alle esperienze del Buddha Shakyamuni che raggiunse l’Illuminazione intorno al VI secolo a. C. in India. Il termine stesso deriva da zazen, che indica proprio la postura del Buddha. La vicenda fu tramandata oralmente da maestro a discepolo per millenni e solo nel V sec d.C. raggiunse la Cina grazie al monaco Bodhidharma, che trovò terreno fertile per la diffusione di queste pratiche meditative, conosciute con il termine cinese Ch’an (Zen nella pronuncia giapponese). La meditazione zen vera e propria nasce in Giappone nel XIII secolo grazie all’opera del maestro Dogen. Lo Zen viene rielaborato e influisce in maniera significativa sulla cultura giapponese: si può pensare alla cultura samurai, al codice comportamentale da tenere in società, alle costruzioni, ai riti e alle usanze. Questa disciplina implica l’abbandono dei pensieri e il sedersi in pace con sé stessi, cercando di eliminare paure, pregiudizi e falsità per entrare in contatto con il nostro vero Essere. La meditazione zen può essere praticata da tutti, non richiede un grande impegno né fisico né economico e aiuta a combattere stress e ansia. Una delle prime cose da sapere sulla meditazione zen è che il suo scopo non è lo svuotamento della mente da tutti i pensieri e l’estraniamento dalla realtà circostante: il suo fine è molto più introspettivo. L’obiettivo di questo tipo di meditazione è conoscersi di nuovo, riscoprirsi senza gli schemi sociali che ci costringono ad un comportamento in contrasto con il nostro vero “io” e che spesso è fonte di stress, insicurezza e infelicità. Per questo, una volta che si inizia a meditare, pian piano ci si “alleggerisce” dalle pesantezze della vita e se ne esce ogni volta più sicuri, più “semplici”.

(Fonte: Kira Vanini, Meditazione Zen (Zazen): cos’è e quali sono i suoi benefici, Meditazione Zen – il portale italiano dedicato alla meditazione, meditazionezen.it, s.d.: https://www.meditazionezen.it/cose-la-meditazione-zen-2/). 


*La corrente della “Terra Pura” origina in Cina verso il IV secolo d.C. intorno al culto del Buddha Amithaba (O-mi-t’o-fo in Cina, Amida in Giappone), che vive in un “paradiso occidentale” cui il fedele può accedere invocando il suo nome (secondo alcuni, accumulando anche meriti, mentre per altri l’invocazione è sufficiente di per sé). Dalla Cina la Terra Pura arriva in Giappone nel XII secolo, ed è organizzata in una scuola separata da Honen (1133-1212) e dal suo discepolo Shinran (1173-1262). Honen ritiene che la buddhità non possa essere ottenuta da soli: è necessario appoggiarsi su un “altro”, che in questo caso è Amida. La pratica di invocare Amida, chiamata nembutsu (dalla formula Namu Amida Butsu), si diffonde ampiamente, ma le innovazioni di Shinran, che insegna una sorta di sacerdozio comune di tutti i praticanti, scandalizzano molti. Ne nasce la divisione all’interno della corrente della Terra Pura (chiamata anche Shin) fra gruppi jodo-shu (più legati a Honen: il nome identifica anche la corrente nel suo insieme) e shinshu (che accettano tutte le innovazioni di Shinran). In realtà la corrente si separa in cinque scuole, di cui solo due sopravvivono oggi. I vari gruppi, fra alterne vicende politiche, hanno continuato a espandersi in Giappone (dove secondo alcune valutazioni costituirebbero nel loro insieme la più grande scuola buddhista) e sono penetrati in altri Paesi, fra cui il Vietnam.

(Fonte: (sotto la direzione di) Massimo Introvigne e PierLuigi Zoccatelli, Il Buddhismo della Terra Pura, CESNUR – Le Religioni in Italia, cesnur.com, 2018: https://cesnur.com/il-buddhismo-in-italia/il-buddhismo-della-terra-pura/).


*Il Seppuku, anche chiamato Harakiri, è una forma di suicidio rituale giapponese che consiste nello sventrare sé stessi tramite l’uso del Tantō, un coltello-pugnale dalla lama abbastanza corta (di lunghezza inferiore a 30,3 centimetri). Il Tantō viene affondato nel ventre, tagliando questa parte del corpo da sinistra a destra, provocando morte immediata.


LETTERA DI CARELL ANN FARMER IN ITALIANO (divulgata in italia da DARIO CANIL):

«Cari Reiki Master,

scrivo questa lettera per esporre la mia verità in risposta agli avvenimenti che attualmente circondano la pratica del Reiki, in particolare, intorno al ruolo di Grand Master, al concetto di un unico titolare di diritto dell’eredità, del lignaggio, della registrazione del marchio e dell’emissione di licenze.

Scrivo per fornire un quadro più completo dello sviluppo del sistema Reiki di Usui. Scrivo perché ora ho il coraggio e la volontà per farlo. Scrivo per incoraggiare altre persone a rendere pubbliche le loro verità. Scrivo al fine di rendere onore alla forza vitale per come si manifesta dentro di me.

Nel gennaio del 1981 fui iniziata da Phyllis Furumoto ai primi due livelli Reiki. Durante il seminario di primo livello ricevetti tre doni:

– la consapevolezza che ero un’insegnante di questa arte per la guarigione naturale (che allora era conosciuta come “Reiki – un’arte giapponese per la guarigione naturale”);

– la consapevolezza che si trattava di un cammino individuale e che la mia saggezza interiore mi avrebbe sempre guidato;

– la consapevolezza che quando imponevo le mani avveniva la guarigione.

La concretizzazione di questa saggezza è aumentata durante gli anni successivi in virtù delle sfide che mi si sono presentate.

Fui iniziata a Reiki Master il 1° aprile 1982. Ero la quarta Master iniziata da Phyllis. Le pagai 10.000 dollari. Phyllis mi chiese di assumermi due impegni: onorare il Reiki come tradizione orale e farne la mia sola fonte di guadagno. Mi impegnai, quindi, a realizzare il master in me. Ho tenuto fede al mio impegno per la tradizione, anche se all’epoca in cui lo assunsi non sapevo bene che cosa significasse.

Ero un genitore single con due figli e nessun’altra fonte di guadagno. Credere che l’universo mi avrebbe fornito in toto tutto ciò di cui avevo bisogno per mantenere la mia famiglia fu un enorme salto nella fede. Il mio lavoro di insegnante di guarigione naturale e la mia vita sono stati sostenuti da questa pratica. Sono stata invitata a viaggiare in lungo e in largo per tenere seminari e fare trattamenti. È stata una profonda esperienza di aiuto e di amore. Questo mi ha insegnato l’essenza del Reiki.

Ho mantenuto il mio impegno di farne la mia sola fonte di guadagno. Il 1° aprile 1996 ho portato il mio lavoro di guarigione nel mondo del commercio, dove sono cresciuta in esperienza e in forza, fronteggiando la politica e il bisogno di fondo di guadagnare.

Vivo la pratica del Reiki silenziosamente e continuo ad approfondire la mia comprensione di ciò che significa seguire la mia saggezza interiore e a dedicare la vita a essere sempre più competente nel mio ruolo di Master.

Parte dei ricordi che desidero condividere sono frammenti di conversazioni che Phyllis ebbe con me durante i miei seminari di Primo e Secondo Livello, la mia successiva preparazione a Master e l’amicizia che ci fu tra di noi per molti anni.

Ho mantenuto il silenzio su tali conversazioni in base alla mia etica, ma ora la relazione con Phyllis non esiste più, e questo per mia scelta. Per molti anni ho sentito di non potermi allineare con il controllo e il potere che essa esercita attraverso il suo ruolo.

Phyllis e io eravamo forti catalizzatrici l’una dell’altra, ma ognuna di noi ha il proprio destino da compiere e, come in tutte le relazioni, abbiamo il diritto di essere d’accordo o in disaccordo.

Voglio affermare chiaramente che non ho alcun interesse a far apparire Phyllis in errore per le scelte che ha compiuto. Intendo solo parlare con il mio cuore, e alcune delle cose che ho da dire sono in disaccordo con le sue scelte. Questa dichiarazione è per me difficile, perché lei è stata mia insegnante e amica e uno dei principi del Reiki prevede di onorare i propri insegnanti.

Incontrai Phyllis poco dopo la morte di sua nonna, Hawajo Takata, e rimanemmo in stretta associazione per un periodo di diversi anni (dal 1981 al 1984). Phyllis aveva fiducia in me e mi parlò senza risparmiare dettagli di quanto fosse confusa a proposito della morte della nonna senza che fosse chiarito il suo futuro ruolo, della mancanza di direttive che sentiva nella propria vita e della paura dell’opportunità che aveva di fronte a sé di farsi avanti nella posizione che era stata occupata dalla nonna.

Ricordo il giorno in cui arrivò a casa mia e dichiarò di aver preso una decisione. Disse: “Andrò avanti per il denaro”. Aveva deciso di proseguire il lavoro della nonna – insegnamento in seminari, iniziazioni di Master – per le potenzialità di guadagno.

Phyllis iniziò quattro Master tra il febbraio 1981 e l’aprile 1982, quindi cominciò a progettare il primo convegno dei Reiki Master nelle Hawaii (Aprile 1982) e il servizio commemorativo per la nonna. Per molti versi stava già agendo come se si trovasse nei panni di sua nonna. L’affermazione “continuerò per il denaro” mi colpì profondamente; mi sembrò sbagliato in base alla mia esperienza con il Reiki. Nonostante fossi una neofita, avevo sentito la profondità intrinseca del Reiki e l’impatto spirituale, mentre la sua decisione era materialistica. Secondo la mia esperienza, non c’era consapevolezza spirituale in ciò e ne sentivo il paradosso. La mia confusione riguardo l'”onorare la mia insegnante” aumentò.

Sedetti nel cerchio del primo convegno dei Reiki Master nel 1982, dieci giorni dopo essere stata iniziata a Master. Ascoltai le storie su come la Takata avesse preparato ciascun Master in modo diverso. Tracciammo insieme i simboli, e fu uno choc per l’intero gruppo scoprire che erano diversi: simili per certi aspetti ma diversi per altri. Che cosa significava questo? Le discussioni in proposito ci portarono a decidere che avremmo usato tutti gli stessi simboli, ma non ricordo esattamente il modo in cui arrivammo a determinare quelli corretti. Fu l’inizio del tentativo di standardizzazione.

Il metodo originale di insegnamento della Takata era fonte di grande disagio: non comprendemmo l’importanza dell’unicità; eravamo giunti là con la nostra nozione tutta occidentale di uniformità.

Dalla discussione sembrò che nessuno del gruppo avesse compreso la reale funzione dei simboli quali catalizzatori del risveglio interiore e della connessione con l’Energia.

Se all’epoca fosse stato compreso, non ci saremmo impegnati in quel processo basato sul bisogno di simboli esattamente uguali per tutti. E adesso lo comprendiamo? Capiamo che il metodo di insegnamento della Takata permetteva a ciascun Master la libertà di scoprire la sua personale unicità? Capiamo che ogni Master è unico?

Anch’io vissi la confusione per il fatto che nessun successore era stato designato. Barbara Weber Ray rappresentava se stessa come aspirante leader e questo creava qualche preoccupazione perché essa aveva intrapreso azioni e stava avanzando pretese a seguito di qualche accordo con la Takata, inoltre era stata invitata al convegno ma aveva declinato l’invito.

Fu chiesto a Phyllis che cosa le avesse detto la Takata prima di morire; essa rispose che la nonna sperava che lei seguisse le sue orme, ma senza dire alcunché di definitivo.

Fu chiesto a Phyllis se la Takata le avesse fornito una qualunque conoscenza supplementare sui simboli. Essa rispose di no, ma era la sola persona ad aver cominciato a iniziare dei Master e in molti modi stava presiedendo il convegno. Disse di essere aperta alla possibilità di essere prescelta in qualità di colei che avrebbe seguito le orme della Takata, e alla fine questo fu ciò che sembrò accadere.

Sembrava che nessuno volesse assumersi la responsabilità di quel ruolo tranne Phyllis e nessuno comprese realmente che cosa stava per accadere. Credo che nessuno di noi avesse la più pallida idea di come il Reiki avrebbe potuto essere portato avanti senza un leader.

A quel convegno ricevetti un altro profondo dono. Ebbi una potente esperienza riguardante il concetto di Grand Master. Sapevo nel profondo di me stessa di avere il potenziale per essere una Grand Master, ma ero appena stata iniziata a Master ed ero considerata la “bambina” del gruppo: la possibilità di visualizzare me stessa nel ruolo di Grand Master o l’idea di dire che avevo una profonda conoscenza interiore era ridicola e terrificante. Scelsi di non parlarne.

Vorrei aver avuto il coraggio e la fede per parlare; avrebbe potuto rendere molto diverso il futuro del Reiki. Mi è chiaro che, se avessi parlato, si sarebbe aperto un dibattito sul concetto di Grand Master. Il futuro del sistema Reiki di Usui sarebbe potuto apparire molto diverso. Ipotizziamo per un momento una discussione sul concetto di Grand Master fra quei Reiki Master: Grand Master non come titolo o posizione, ma come possibilità alla quale tutti e ognuno di noi può aspirare. Credo che, a qualche livello, tutti i presenti a quel convegno avessero questa esperienza energetica tale da renderli potenziali Grand Master.

Mentre partecipavo al convegno, sentivo l’energia attraverso il mio corpo, la piena forza e il potenziale di quella consapevolezza. So che tutti abbiamo l’opportunità di dirigere la nostra vita in modo da diventare Grand Master. Potremmo chiederci: “Che cosa significa Grand Master?” Significa una potente focalizzazione spirituale che ci spetta per diritto di nascita. Dare vita a questo significato è abbastanza diverso dall’agire come se fossimo Grand Master. Se il titolo comporta una designazione onorifica, credo che esso debba essere guadagnato vivendo una vita esemplare.

A mio parere abbiamo tutti dimenticato l’ingenuità dei partecipanti al convegno. Era la prima volta che un gruppo di Reiki Master si riuniva in America. Sostanzialmente eravamo tutti “bambini” nella pratica del Reiki, mentre ci trovavamo a fronteggiare questioni che richiedevano saggezza e maturità. Ritengo che nessuno cominciò neppure a capirlo, all’epoca.

La mancanza di comprensione del discorso della successione, la confusione sul metodo di insegnamento della Takata, le variazioni tra i simboli, la minaccia che Barbara Weber Ray avrebbe riempito il vuoto lasciato dalla morte della Takata: tutto ciò era espresso dalle paure all’interno del gruppo.

Nessuno sapeva della decisione di Phyllis di “andare avanti per il denaro” tranne me, e io non divulgai quell’informazione. Nessuno dei presenti prese la mancata designazione di un successore da parte della Takata come dimostrazione che non ci sarebbe dovuto essere un successore. È invece possibile che questa sia la verità.

Al successivo convegno dei Reiki Master, tenuto nel 1983 a casa di Barbara Brown, nella Columbia Britannica, ci fu un ulteriore sviluppo: venne istituita la Reiki Alliance. Non ricordo più esattamente i dettagli, ma rammento che Phyllis agiva come se fosse la leader, e la maggior parte delle persone si muoveva in base all’energia della situazione.

Ricordo anche che ci vollero giorni di lavoro per stilare la dichiarazione d’intenti della Reiki Alliance. Fu l’inizio dell’ulteriore occidentalizzazione del Reiki.

In quanto persone nate e cresciute in Occidente, abbiamo un certo insieme di valori e stili di vita. Quando questi valori vengono applicati a un insieme di altri valori provenienti da diversa cultura, questi cambiano il loro significato originario. Nel caso del Reiki credo che abbiamo deviato fortemente dall’insegnamento e dagli intenti originari.

Per comprendere una cultura diversa sono necessari studio e contemplazione approfonditi, invece il solo strumento che avevamo per comprendere era la nostra struttura mentale occidentale. Questa struttura mentale occidentale, combinata con la motivazione propria di Phyllis, portò quest’ultima a farsi riconoscere Grand Master e, più tardi, a proclamarsi detentrice della discendenza.

Attualmente essa è la sola erede di diritto del sistema Reiki di Usui. Non credo che quello che uscì provenisse dall’energia del sistema in sé, ma che fosse piuttosto un prodotto della mentalità occidentale e dell’ambizione di Phyllis.

Al successivo raduno della Reiki Alliance, qualcuno dei Master chiese a Phyllis di parlare di ciò che accadde alla morte della Takata e di come si svolsero i fatti che la portarono a proclamare il suo diritto a succederle. Essa cominciò a raccontare una storia inventata, e io la richiamai alla verità.

Phyllis ritrattò le sue affermazioni, ma la domanda rimase priva di risposta.

Dopo il raduno lasciai la Reiki Alliance. Sentivo che Phyllis aveva costruito attorno al sistema Reiki di Usui un edificio che in realtà era una protezione per i suoi scopi. Cominciai a seguire un mio cammino personale nel Reiki. Iniziai a imparare a seguire la mia saggezza interiore.

Nel corso di questi ultimi diciannove anni ho lavorato per approfondire la mia comprensione e integrare quei tre doni ricevuti ai seminari dei primi due livelli e il quarto, ricevuto durante il convegno alle Hawaii nel 1982. Queste esperienze spirituali sono state le mie guide durante il viaggio. Esse mi hanno portato a sempre maggiore semplicità e amore, il che è una benedizione nella mia vita.

Non sono d’accordo con le complesse nozioni che vengono correntemente espresse da Phyllis a proposito della pratica del Reiki. Non sono d’accordo con alcuna delle nozioni connesse con un ruolo di Grand Master, con un ufficio di Grand Master, con il suo dichiararsi portatrice di discendenza, unica crede di diritto del Sistema Reiki di Usui, né con le tariffe per ottenere la licenza, perché queste cose non appartengono al sistema in sé.

A che cosa serve tutto ciò? Chi trae vantaggio da tutta questa situazione? A me sembra che sia Phyllis.

Le nozioni di forma, disciplina e pratica sono inerenti al modo in cui questa arte di guarigione è presentata dal Reiki Master: per lo meno questo era vero un tempo.

Nella tradizione orale, ciò a cui veniva data enfasi era la scoperta di sé, e questo si incarnava nel concetto: “permetti all’Energia di guidarti”. Non c’è bisogno di lunghi trattati per questo. Confida nel fatto che il Reiki Master lo viva e lo modelli. È semplice. È reale.

Siamo tutti fondatori di lignaggio, eredi di diritto e potenziali Grand Master. Non è l’esclusivo diritto di una persona.

Abbiamo una grande opportunità di liberarci dalla confusione e di ritornare all’autentica semplicità di questa dolce pratica. Credo che oggi abbiamo tutti la maturità e la comprensione necessarie per parlare, per essere ascoltati e per portare avanti la dignità e l’integrità di questo insegnamento. Siamo tutti responsabili di quello che è accaduto e siamo tutti responsabili del futuro.

Essere Reiki Master significa mantenere una promessa sacra. Questa purezza di cuore è l’essenza di ciò che dobbiamo condividere. Prego perché insieme possiamo portare avanti questa purezza per chiarire il passato, vivere quello che insegnamo e insegnare quello che viviamo. Vi mando questa lettera con amore e molte benedizioni.»

Carell Ann Farmer, 31 dicembre 1997

Lettera presa da: La vera storia del Reiki di Mikao Usui, Carell Ann Farmer – Lettera aperta ai reikisti di tutto il mondo sulla nascita della Reiki Alliance, a cura di Dario Canil, Reiki Info – scuola Free Reiki, reiki.info, s.d.: https://www.reiki.info/Storia-Reiki/Carell-Ann-Farmer.htm).

LETTERA DI CARELL ANN FARMER IN INGLESE:

“Dear Reiki Masters,

I am writing this letter to share my truth in response to the present events that surround the practice of Reiki, in particular, the design of Office of the Grand Master, the concept of a sole and rightful heir, lineage bearer, trademarking and licensing.

I write to provide a more complete picture of the growth of the Usui System of Reiki. I write because I have the courage and understanding now to do so. I write to encourage other people to speak their truth. I write so that I can honour the life force as it lives within me.

I was trained by Phyllis Furumoto in January, 1981 in the first two levels of Reiki. During my 1st level seminar, I received three gifts: the knowing that I was a teacher of this natural healing art (it was known then as Reiki – A Japanese Natural Healing Art), the knowing that it was an individual path and that my inner wisdom would always guide me, the knowing that when I touched healing happened. The actualization of this wisdom has strengthened over the ensuing years with the challenges presented to me.

I was initiated as a Reiki Master on April 1, 1982. I was the fourth Reiki Master that Phyllis initiated. I paid Phyllis $10,000. Phyllis asked me to make two commitments: to honor Reiki as an oral tradition and for it to be my sole source of income. I committed. I also committed to bringing forth the master in me. I have upheld my commitment to the oral tradition. At the time of making that commitment I did not really understand what it meant to commit to an oral tradition. I was a single parent with two children and no other source of income. It was a huge leap of faith to trust that the universe would totally provide all that I needed to raise and provide for my family. My work as a teacher of natural healing and my life have been supported by this practice. I have been invited to travel extensively to give seminars and treatments. It has been a profound experience of support and love. It has taught me the essence of Reiki. I have upheld the commitment to it being my sole source of income. On April 1, 1996, I took my healing work into the corporate world, where I have gained experience and strength in standing strong in the face of politics and the bottom line of making a profit. I live the practice quietly and continue to deepen my understanding of what it is to follow my inner wisdom and to dedicate my life to mastery.

Some of the memories that I want to share are parts of conversations that Phyllis had with me during my seminars in the first two levels of Reiki, my subsequent training as a Reiki Master and my friendship with her that extended over several years. I have held these conversations in confidence based on my personal ethics. The interactive relationship with Phyllis no longer exists and that is of my choosing. I have felt for many years that I cannot align with the control and power which she exerts in her role. Phyllis and I were strong catalysts for each other. We each have our own destiny to fulfill. As in all relationships, we have the right to agree and disagree. I want to state clearly that I have no interest in making Phyllis appear “wrong” for her choices. I wish only to speak from my heart and some of what I have to say is in disagreement with her choices. It was a difficult path for me because she was my teacher and friend. I was taught that one of the Reiki precepts was to honour one’s teacher.

I met Phyllis shortly after her grandmother, Hawayo Takata died. Over a period of several years (1981 – 1984) we were in close association. Phyllis confided in me. She talked to me in great detail of her confusion over her grandmother’s death, her grandmother’s lack of clarifying Phyllis’s future role, her lack of direction in her own life and her fear of the opportunity that was before her to step forward into the position that her grandmother had filled.

I remember the day that she arrived at my house and pronounced that she had made a decision. Her decision was clear. She said, “I will go for the money.” She had decided to pursue her grandmother’s work – teaching classes, initiating Masters – for the income potential. She initiated four Masters between Feb.1981 and April 1982. She began to plan the first gathering of Reiki Masters in Hawaii ( April 1982) and the memorial service for her grandmother. In many ways, she was already acting as though she was walking in her grandmother’s shoes.

Her statement of ” I will go for the money” impacted me deeply. It felt wrong to me given my own experience of Reiki. Even though I was a neophyte, I had felt the depth inherent in Reiki. I had felt the spiritual impact. Her decision was a materialistic decision. In my experience, there was no spiritual awareness associated with it and I felt the paradox of that. My confusion regarding “honoring my teacher” deepened.

I sat in the circle at the first gathering of Reiki Masters in Hawaii in 1982. I had been an initiated Master for 10 days. I listened to the stories of how Takata had taught each master differently. We drew the symbols together. It was quite shocking to the group to find out that they were different, similar in some respects and different in others. What did this mean? Discussion around this led to an agreement that we would all use the same symbols. I no longer remember exactly how we determined the correct symbols. It marked the beginning of attempted standardization. Takata’s unique method of teaching was a source of great upset. We did not understand the uniqueness and came to it with our Western notion of uniformity and standardization. It was not apparent from the discussion that anyone in the group understood the real relationship of the symbols as a catalyst for inner awakening and connection to the Energy. If this had been understood at the time, we would not have engaged in the process of needing to have everyone’s symbols be exactly the same. Is this understood now? Do we understand that Takata’s way of teaching allowed each master freedom to discover their own uniqueness? Do we understand that each Master is unique?I also heard the confusion. No successor had been named. Barbara Weber was representing herself as the next leader. This was a source of concern because she had taken actions and was making claims about some agreements with Takata. Also, she had been invited to participate in the gathering and had declined. Phyllis was questioned about what Takata had said to her before she died. Phyllis said that her grandmother had hoped that she would follow in her footsteps, but that she had not said anything definitive about it. Phyllis was questioned about any additional knowledge or symbols that Takata had given her. She did not have any. But she was the only person that had started to initiate masters in the group. She was in many ways leading the gathering. She said that she was open to being chosen as the person who would follow in Takata’s footsteps and eventually that is what appeared to happen. It seemed that nobody wanted the responsibility of the role except Phyllis and nobody really understood what was to happen. I think that we did not have a glimmer of understanding of how Reiki could have moved forward without a “leader.”

At that gathering, I received another profound gift. I had a powerful experience regarding the concept of grand master. I knew from deep within my being that I had the potential of being a grand master. I had just been initiated as a Master. I was the “baby” in the group. The possibility of envisioning myself embodying the concept of grand master or the notion of speaking that I had that profound inner knowing was ludicrous and terrifying. I chose not to speak of it.

I wish that I had had the courage and trust of my heart to speak. It could have made a great difference to the future of Reiki. It is clear to me that if I had spoken, it would have initiated a discussion about the concept of “grand master.” The future of the Usui System of Reiki may have looked very different. Consider for a moment a discussion about the concept of “grand master” amongst those Reiki masters. “Grand master”, not as a title or a position, but as a possibility that each and every one of us can aspire to. I believe that at some level everyone at that gathering had this energy experience of the potential of grand mastery. I know that as one of the participants, I felt that energy through my body and I felt the full force and potential of that awareness. I know that we all have the opportunity to direct our lives to grand mastery. We could be living in the question “What is grand mastery”? A powerful spiritual focus that is our birth right. To live in this question is quite different from acting as if we are “grand masters”. If there is a designation or honoring with a title, I believe that it must be earned from living an exemplary life.

It seems to me that everyone has forgotten the naiveté of the participants at the meeting. It was the first time that a group of Reiki Masters had sat together in America. We were all essentially “babies” in our practice of Reiki. We were dealing with issues that required wisdom and maturity in the practice of Reiki. I don’t feel that we even began to understand that at the time. The lack of understanding of succession, the confusion over Takata’s method of teaching, the variations in the symbols, the threat that Barbara Weber would fill the gap provided by Takata’s death were expressed fears within the group. Nobody there knew the decision that Phyllis had made “to go for the money,” except me and I did not share that information. None of the people present took the fact that Takata had not designated a successor to mean that there was not to be a successor. It is possible that this is the truth.

A further development happened at the next gathering of Reiki Masters, which was held at Barbara Brown’s home in British Columbia in 1983. The Reiki Alliance was formed. I can no longer recall exact details. I remember that Phyllis was acting as the leader and most persons there moved with the energy of the situation. I remember spending days working on the purpose statement of the Reiki Alliance. It was the beginning of the further westernization of Reiki. As people born and raised in the West, we have a certain set of values and definitions. When these definitions and values are applied to a set of values and definitions from another culture, they change the original meaning. In the case of Reiki, I think that we have deviated greatly from the original teaching and intent. It requires intensive study and contemplation to understand a different culture. The only way we had of understanding was through our Western mind set. This Western way of thinking coupled with Phyllis’s own motivation led to her being known as Grand Master and later, her proclamation of being a lineage bearer and now, that she is the sole and rightful heir of the Usui System of Reiki. I do not think that what transpired was in the energy of the system itself, rather an outcome of the Western way and Phyllis’s ambition.

At the next gathering of the Reiki Alliance, one of the Masters asked Phyllis to talk about what happened when Takata died and the process of how she came to claim to be a successor. She began to tell a story that was a fabrication. I called for truth. Phyllis retracted her statements, but the question remained unanswered. After that gathering, I left the Reiki Alliance. I felt that Phyllis had created a fabrication around the Usui System of Reiki that was a protection for her own purposes. I began to walk my own path with Reiki. I began the process of following my inner wisdom.

For the past seventeen years, I have been deepening my understanding and integrating those first three gifts from my first level seminar and the fourth gift from my sitting in the circle in Hawaii in 1982. Those spiritual experiences have been my guides in this journey. It is a blessing in my life that they have led to greater and greater simplicity and love. I do not align with the complex notions that are currently expressed by Phyllis about this practice. I do not align with any of the notions of a role of grandmaster, office of grandmaster, lineage bearer, sole and rightful heir of the Usui System of Reiki or licensing fees for Masters because they do not come from the system itself. What is all this for? Who benefits from all this “stuff?” It looks to me like Phyllis does.

The notions of form, discipline and practice are inherent in the way that this healing art is presented by the Reiki Master.. At least at one time this was true. In the oral tradition, the emphasis was on self discovery and embodied in the concept “allow the Energy to lead you”. There is no need to have lengthy treatises about it. Trust the Reiki Master to live it and model it. It is simple. It exists.

We are all lineage bearers, rightful heirs and potentially grandmasters. It is not the exclusive right of one person. We have a great opportunity to free ourselves from confusion and return to the true simplicity of this gentle practice. I believe that we have the maturity and understanding at this time to speak, to be heard and bring forth the dignity and integrity of this teaching. We are all responsible for what has happened and we are all responsible for the future.

To be a Reiki Master is to hold a sacred trust. This purity of heart is the essence of what we have to share. I pray that together we can bring that purity forth to clarify the past, live what we teach and teach what we live.

I send you this letter with love and blessings,

Carell Ann Farmer

Lettera presa da: The Origin and Validity of the Grandmaster Title and Other, Carell Ann Farmer, published on the website of Ula Moleda, Reiki – the Healing touch, reiki-healing-touch.com, s.d.: http://reiki-healing-touch.com/&art_carel_farmer.

Bibliografia e sitografia


Un pensiero riguardo “La storia del Reiki Usui

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