Neville Goddard: “Siate di quelli che mettono in pratica la parola e non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi” – La legge che rende un uomo povero è la stessa legge che rende un altro ricco, la tua fortuna o la tua sfortuna è il prodotto del tuo stato di coscienza – non c’è nessun’altra causa!”



Tratto da: The Power of Unlimited Imagination, Neville Goddard, De Vorss Publications, Camarillo, California, 2015.

(transcribed by Margaret Ruth Broome).

Il potere dell’Immaginazione Illimitata.

Questo libro è nato grazie all’interessamento di Margaret Ruth Broome (un’allieva di Goddard), ed è la raccolta delle trascrizioni di alcune delle conferenze tenute da Neville Goddard a San Francisco nel 1952.

Tradotto da me.


INTERPRETAZIONE / SPIEGAZIONE NEL VIDEO!

DAL CAPITOLO 7:

Nel Libro degli Ebrei Paolo ci dice di “riposare nel Signore”. Perché? Perché chi riposa nel Signore viene trasformato nella stessa immagine in cui riposa [ossia, diventa lui / lei stesso/a come il “Signore”, N.d.T.]. Se il mio obiettivo è quello di essere un bravo insegnante e io permango, riposo, in questa sensazione, verrò trasformato in tale immagine [diventerò veramente un bravo insegnante, N.d.T.].

Purtroppo la maggior parte degli stati nei quali l’essere umano permane sono negativi. Se ti senti insicuro, permarrai nella convinzione che ti è tutto “dovuto”, e che quindi la tua sussistenza deve essere garantita da qualcun altro. Se ti senti emotivamente ferito, è molto facile permanere in questo stato di perenne lamentela fino a che non diverrà il tuo modo abituale di pensare e di sentirti. Potresti arrabbiarti e accusare gli altri di essere la causa di tutti i tuoi problemi, ma, continuando a permanere nello stato di chi si sente sempre ferito, ti trasformerai in questo stato, ossia ti sentirai sempre ferito.

E se ti sembra che qualcuno ti stia causando dispiacere, ricorda che non esiste nessun altro all’infuori di te [vedi questo articolo precedente]. Il tuo attuale stato mentale ti porta a sentire nella tua testa conversazioni invisibili e inaudibili. Anche se queste parole le senti solamente tu, esse agiscono come dei magneti che attraggono a te le circostanze della tua vita.

“Siate quelli che mettono in pratica la parola e non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi” –

Giacomo 1:22-25, Conferenza Episcopale Italiana.[1]

Durante ogni nostro incontro io condivido con voi tutto ciò che ho appreso mettendo in pratica questi insegnamenti, tuttavia non vi posso obbligare a fare altrettanto. In qualità di insegnante io esigo che i miei studenti dimostrino di aver messo in pratica con successo tutto ciò che ho trasmesso loro. In qualità di studente io vi sprono a testare gli insegnamenti che state ricevendo da me, poiché se questi sono veri, si dimostreranno veri mentre li metterete in pratica.

Nel venticinquesimo capitolo del Libro di Matteo viene narrata la parabola dei domestici ai quali il padrone conferì dei talenti. A uno vennero dati 5 talenti che fece fruttare fino a farli diventare 10. Ad un altro ne vennero dati 2, che fece diventare 4. Al terzo venne dato un talento, che sotterrò, non permettendogli così di aumentare. Quando il padrone tornò a casa, rimase molto felice di vedere come i primi due domestici avevano moltiplicato i talenti che gli aveva donato. Ma dissotterrò il talento che aveva conferito al terzo servo e lo diede a quello che aveva ora 10 talenti, dicendo:

“A chiunque abbia, verrà dato sempre di più, e vivrà nell’abbondanza; ma a chi non ha nulla verrà sottratto anche quel poco che ha!”

I miei insegnamenti sono come questi talenti: se vengono messi in pratica ogni giorno la vostra consapevolezza si accrescerà enormemente. Ma se siete solamente degli ascoltatori, le conoscenze che avete accumulato e che non avete messo in pratica, appassiranno molto presto e alla fine si atrofizzeranno. Mettetevi alla prova ogni giorno. Lasciate stare gli altri, non vi curate di ciò che pensano, dicono e fanno, e concentratevi solo su voi stessi, poiché la promessa è che:

“Sia fatto a voi secondo la vostra fede.”[2]

L’uomo che supera sé stesso raggiunge un livello di coscienza più elevato. Osserva in modo acritico le tue reazioni agli eventi della vita, poi lavora su di te mettendo in pratica questi insegnamenti al livello psicologico (mentale). Poiché è solo lavorando su di te che ti puoi elevare. Se ascolti i tuoi pensieri, interrompi il loro flusso negativo e cambiali subito in modo che tu senta ciò che vuoi sentir dire, e [con la pratica, con la ripetizione, N.d.T.] proverai un’emozione positiva di sollievo che viene seguita da un silenzio che porta con esso la certezza che la tua preghiera è stata accolta [per comprendere questo passo, ascoltare il video! N.d.T.].

Come suggerisce il titolo di questa lezione,[3] siamo spronati ad essere quelli che mettono in pratica la parola e non soltanto ascoltatori, illudendo noi stessi.

Nel Libro di Giacomo un “ascoltatore” viene definito come un uomo che osserva il suo volto in uno specchio, poi si volta e dimentica subito che aspetto ha. Al contrario “colui che mette in pratica la parola” è colui che volge lo sguardo sulla perfetta legge della libertà, persevera e viene benedetto in tutto ciò che fa.

[…]

Note:

[1] 22 Siate di quelli che mettono in pratica la parola e non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi. 23 Perché se uno ascolta soltanto e non mette in pratica la parola, somiglia a un uomo che osserva il proprio volto in uno specchio: 24 appena s’è osservato, se ne va, e subito dimentica com’era. 25 Chi invece fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della libertà, e le resta fedele, non come un ascoltatore smemorato ma come uno che la mette in pratica, questi troverà la sua felicità nel praticarla. – FONTE: https://www.biblegateway.com/passage/?search=Giacomo%201%3A22-25&version=CEI.


[2] https://www.ebible.it/matteo/9/29/.


[3] Il titolo di questa lezione / capitolo è: Be Ye Doers of the Word, ossia “Siate di quelli che mettono in pratica la parola”.


Semplificando: Goddard spiega che per “vedere la legge della libertà” (ottenere ciò che voglio) io devo allenarmi a credere mentalmente che sia tutto già come voglio io, che il mio desiderio sia già divenuto realtà.
Mentre Goddard amava proporre ai tuoi ascoltatori delle visualizzazioni (molto famoso è il metodo SATS – State Akin to Sleep – in sintesi: il momento di rilassamento che precede il sonno viene impiegato immaginando mentalmente una scena che implica che il proprio desiderio è già divenuto realtà), sappiamo che non è necessario visualizzare nulla, ma che basta ripetere mentalmente a sé stessi che ciò che si desidera si è già realizzato per mezzo delle semplici affermazioni.
In questi passi molto mistici Goddard sta quindi descrivendo come riprendere il controllo della propria mente e smettere di continuare a credere nella realtà che abbiamo davanti (assenza del desiderio).

[…]

Diventa colui che mette in pratica la parola prendendo coscienza dei tuoi pensieri negativi e trasformandoli immediatamente in positivi. Tutte le tue lamentele, le tue ferite emotive, l’abitudine di compiangere te stesso e la convinzione che gli altri siano la causa dei tuoi dispiaceri, sono metaforicamente degli “animali” che devono essere sacrificati sull’altare della tua consapevolezza. Lasciando andare tutte le emozioni negative, seleziona la villa (lo stato) nella quale vuoi entrare, e poi entraci dentro.

La legge che rende un uomo povero è la stessa legge che rende un altro ricco. Possa quindi l’uomo debole affermare: “Io sono forte” e possa l’uomo povero asserire: “Io sono ricco, poiché solo ciò che tu affermi essere vero per te stesso può concretizzarsi nel mondo esterno [vedi questo articolo precedente].

[…]

La tua fortuna o la tua sfortuna è il prodotto del tuo stato di coscienza – non c’è nessun’altra causa. Abbi il coraggio di accettare questa verità e diventa colui che mette in pratica la parola, e mentre metti in pratica questi insegnamenti ogni gesto che compirai sarà benedetto. Inizia sin da ora a divenire cosciente di ciò che senti dire da te stesso di te stesso, e smetti così di ricevere tali impressioni in modo meccanico e inconscio.

[…]

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