Freud, Jung, Le Teorie sulla famiglia (Analisi Transazionale, Murray Bowen, Bateson / Palo Alto, studi transgenerazionali), Neville Goddard - legge degli assunti

L’autosuggestione cosciente o “ripetizione robotica delle affermazioni” per riprogrammare la mente, scoperta oltre 100 anni fa da un farmacista francese.



Il presente articolo è tratto dal libro Autosuggestione cosciente – il metodo Coué, Edizioni Mediterranee, 2021.

Èmile Coué è il farmacista francese, vissuto fra il 1857 e il 1926, che scoprì il famoso EFFETTO PLACEBO, definito come: “L’azione di un farmaco privo di princìpi attivi”. Coué scoprì infatti che se dava un farmaco senza alcun effetto curativo ai suoi clienti e diceva loro: “Vedrà, le farà certamente bene!” il farmaco faceva sempre effetto.

Coué è molto vicino al pensiero di Neville Goddard, poiché, anche se si è occupato principalmente di problemi di salute fisici e mentali, si serviva senza saperlo degli stessi princìpi della “legge degli assunti”, e in tal modo ottenne straordinari successi [Neville Goddard era nato nel 1905 e pare sia stato introdotto a questi princìpi nel 1931 dal suo maestro Abdullah]. 


DALL’IPNOSI ALL’AUTOSUGGESTIONE COSCIENTE

Quando Coué raccontò al neurologo Coquelet di aver scoperto che se dava ai clienti un farmaco privo di qualsiasi princìpio attivo assicurando loro che avrebbe fatto effetto i clienti guarivano sempre:

“Sono le mie parole che fanno pendere l’ago della bilancia verso la guarigione. Suggestiono i miei clienti”

il neurologo gli disse allora di leggere De la suggestion et de ses applications en thérapeutique di Hyppolyte Bernheim, testo che al tempo era molto discusso. Bernheim era un medico che esercitava la professione a Nancy sin dal 1870, dopo essere stato docente associato a Strasburgo. Il suo libro era dedicato a Liébeault, un medico che operava nella periferia di Nancy servendosi dell’ipnosi per far guarire i suoi pazienti.

Bernheim era rimasto talmente incuriosito dal metodo di Liébeault che decise di dare una base teorica alla tecnica della suggestione, dedicandogli per l’appunto il libro che Coquelet consigliò a Coué.

Coué riuscì ad incontrare Liébeault in persona, e da quest’ultimo apprese come provocare il SONNO ARTIFICIALE nei pazienti. Liébeault gli raccontò di essere rimasto colpito dalle opere dell’abate Faria e di Deleuze sul MAGNETISMO ANIMALE e sull’IPNOSI, decidendo di servirsi di quest’ultima per guarire i suoi pazienti. Tuttavia Coué non era pienamente convinto di questo metodo, in quanto esso privava l’individuo del suo libero arbitrio, trasformandolo in un essere meccanico [oggi noi diremmo, in un robot].


IL PREDOMINIO DELL’IMMAGINAZIONE SULLA VOLONTÀ DELLA MENTE COSCIENTE e la scoperta dell’AUTOSUGGESTIONE COSCIENTE – o “ripetizione robotica delle stesse affermazioni” 

Coué scoprì che ogni volta che l’IMMAGINAZIONE e la VOLONTÀ entrano in conflitto, immancabilmente è l’immaginazione ad avere la meglio sulla volontà. Infatti la VOLONTÀ SI MUOVE CON SFORZI CONSCI, mentre l’IMMAGINAZIONE È MOSSA DALL’INCONSCIO. In pratica l’inconscio è il “serbatoio” dell’immaginazione.

PER POTER TRIONFARE, LA VOLONTÀ DEVE PRENDERE A PRESTITO ANCHE LE ARMI DELL’INCONSCIO, la più efficace delle quali è la SUGGESTIONE.

La suggestione è la realizzazione di un’idea per intermediazione di un processo inconscio.

Coué, osservando i risultati ottenuti con la classica ipnosi, si accorse che, anche da sola, ossia senza il sostegno dell’ipnosi, la suggestione portava ad ottenere gli stessi risultati. In più notò che alcuni soggetti resistono sia all’ipnosi che alla suggestione, e alla fine giunse alla conclusione che obbediscono all’ipnotizzatore solo coloro i quali “guidano” la suggestione stessa, ossia coloro i quali si autosuggestionano, o si suggestionano da soli.

L’autosuggestione è definita da Coué come:

L’insediamento di un’idea in sé stessa attraverso sé stessa”

E per poter essere efficace, la suggestione deve trasformarsi in autosuggestione.

La seconda importante scoperta di Coué è che, senza bisogno di alcuno sforzo, è possibile educare e disciplinare l’autosuggestione attraverso la RIPETIZIONE MECCANICA, AUTOMATICA, mattina e sera, di FORMULE BEN STUDIATE, la più famosa delle quali era: “Ogni giorno, da ogni punto di vista, miglioro”. Ciò sviluppa un lento lavorìo inconscio, e col tempo la frase ripetuta diventa realtà.

L’autosuggestione viene quindi eseguita senza alcuno sforzo cosciente, e per evitare di sforzarsi occorre ripetere la frase chiave in modo meccanico, senza nemmeno pensarci, senza doverci credere, e senza fissare l’attenzione sulle parole che la compongono, al fine di permettere all’inconscio di impossessarsi automaticamente di tale frase chiave, così che quest’ultima agisca al fine di raggiungere lo scopo desiderato. In tal modo siamo in grado di sostituire l’immaginazione nefasta con un’immaginazione costruttiva.


L’INCONSCIO È COLUI CHE RENDE POSSIBILE LA REALIZZAZIONE DEI NOSTRI OBIETTIVI 

Spesso non ci rendiamo conto dell’esistenza dell’INCONSCIO, la porzione della mente umana che possiede una memoria eccezionale, impeccabile, che è in grado di registrare a nostra insaputa anche i più piccoli avvenimenti, persino i fatti più insignificanti della nostra esistenza.

L’INCONSCIO è un credulone che, al contrario di quanto fa la mente conscia (la quale ha il compito di proteggerci, e funziona basandosi sulla “razionalità” categorizzando tutto ciò che vede e sente in “buono” e “cattivo”) accetta senza riflettere tutto ciò che gli si dice.

Oltre a ciò, l’inconscio presiede anche al funzionamento di tutti i nostri organi, attraverso il cervello. Questo significa che se l’essere inconscio è convinto che un certo organo funziona male, e se è persuaso di percepire una certa sensazione, quest’organo inizierà veramente a funzionare male, e noi realmente percepiremo quella sensazione. Al contrario, se ripetiamo continuamente all’inconscio che siamo in perfetta salute e che quell’organo è ora sano, si adopererà per far divenire tutto questo realtà.

L’inconscio, aggiunge Coué, presiede anche alla realizzazione di tutte le nostre azioni, qualsiasi esse siano – ecco perché invitava tutti ad autosuggestionarsi ripetendo a sé stessi che si è sempre felici e in perfetta salute, e che è possibile realizzare ogni nostro obiettivo.

L’INCONSCIO È CIÒ CHE DEFINIAMO “IMMAGINAZIONE”, ciò che ci spinge continuamente ad agire in modo automatico (secondo i nostri programmi inconsci), contro la nostra volontà conscia.

È SEMPRE L’IMMAGINAZIONE A PREDOMINARE.

Ciascuno di noi crede di essere costretto a fare qualcosa contro la propria volontà, poiché immaginiamo di non essere in grado di impedire a noi stessi di farlo. Diveniamo così i “burattini” della nostra immaginazione. Possiamo allora paragonare l’immaginazione a un vero e proprio torrente che trascina lo sventurato che ci è caduto dentro, il quale, a dispetto della sua volontà, non riesce a raggiungere la riva. Questo torrente sembra indomabile, ma se si sa come prenderlo, si riesce a deviarne il corso, fino a portarlo nella nostra “fabbrica”, dove trasformeremo la sua forza in movimento, calore ed elettricità. Oppure possiamo paragonare l’immaginazione a un cavallo selvaggio che non ha né guida né redini, e al quale dobbiamo quindi mettere le redini.

La forza dell’IMMAGINAZIONE può essere facilmente domata per mezzo dell’autosuggestione, e Coué rassicura il lettore dicendo che:

Per poter domare l’immaginazione basta essere consapevoli di poterlo fare. Il secondo passo è quello di apprendere un metodo che consenta di riprogrammare l’inconscio, e il metodo più semplice ed efficace è l’autosuggestione cosciente, che utilizziamo sin dalla nascita in maniera automatica, senza rendercene nemmeno conto, poiché tutto ciò che gli altri ci dicono, tutto ciò che ascoltiamo ogni giorno, corrisponde ad una continua autosuggestione.

L’autosuggestione cosciente è una forma di ipnotismo che agisce sull’immaginazione influenzando tanto l’essere psichico quanto l’essere fisico dell’uomo.

Semplicemente, se mi autoconvinco di essere in grado di fare una qualsiasi cosa, certamente riuscirò a compierla, per quanto “difficile” mi possa sembrare. Ma se immagino di non essere in grado di effettuare neanche la cosa più semplice al mondo, allora, di fatto, non ci riuscirò, e anche i monticelli sollevati dalle talpe diverranno ai miei occhi delle montagne invalicabili.

Colui che dubita di sé stesso è uno sconclusionato a cui non riesce mai niente, poiché non fa niente per riuscire. Potrebbe addirittura nuotare in un oceano di occasioni, e non ne afferrerebbe neppure una. Sarà egli stesso a scatenare gli avvenimenti che lo porteranno al fallimento.

Al contrario colui che ha in sé l’idea del successo, fa nascere (a volte in modo inconscio) le occasioni che lo condurranno alla riuscita.

COME RIPETERE LE FRASI-CHIAVE (O AFFERMAZIONI):

Èmile Coué raccomandava di ripetere sempre le stesse parole, con qualche variazione a seconda dei casi. Diceva di insistere molto con i concetti: “È facile e io posso”, e di ripetere sempre, in caso di necessità, che: “Il mio male / malessere emotivo sta per sparire”, anziché continuare a ripetersi che sta peggiorando.

Secondo il metodo Coué ogni frase va pronunciata in tono monotono, con un ritmo che culla, lasciando cadere l’accento sulle parole chiave, rimanendo in uno stato di estremo rilassamento. Bisogna, sempre secondo Coué, ripetere le frasi chiave mattina e sera mentre si tengono gli occhi chiusi, senza sforzarsi di concentrare l’attenzione su ciò che si sta per dire, pronunciando per 20 volte la stessa frase chiave, muovendo appena le labbra, ma in tono abbastanza alto da poter sentire la propria voce, contando meccanicamente i 20 nodi di una cordicella. Coué raccomandava di praticare l’autosuggestione in modo più meccanico possibile, poiché in tal modo non si deve fare alcuno sforzo. Usando lo stesso tono che si usa per recitare le litanie, si provoca da sé uno stato simile a quello ipnotico.

In questo modo la formula penetrerà nell’inconscio in modo meccanico attraverso l’orecchio, e passerà immediatamente all’azione.


CATEGORIE DI PERSONE SULLE QUALI L’AUTOSUGGESTIONE “NON FUNZIONA”

Coué ci avverte che esistono due categorie di persone nelle quali è difficile provocare l’autosuggestione cosciente, ossia:

  1. i menomati psichici, che non sono in grado di capire ciò che viene loro detto.
  1. Le persone che non vogliono capire!

Queste due categorie corrispondono [ma questa è una stima fatta i primi del 1900, oggi la percentuale è sicuramente molto più alta] a circa il 3% della popolazione. Per tutti gli altri l’autosuggestione cosciente è un metodo infallibile, ma è importante spiegare loro la teoria.


DALL’AUTOSUGGESTIONE COSCIENTE ALLA RIPETIZIONE ROBOTICA DELLE AFFERMAZIONI (LEGGE DEGLI ASSUNTI)

Oltre 100 anni fa Émile Coué scoprì ciò che noi oggi chiamiamo “ripetizione robotica delle affermazioni”: ossia comprese che per riprogrammare e saturare l’inconscio con nuove idee non occorre affatto ricorrere all’ipnosi, ma basta ripetere in modo meccanico e ripetitivo sempre la stessa informazione, che lui chiamava “frase chiave”, mentre noi oggi utilizziamo il termine “affermazione”. Ripetendo in modo meccanico ogni giorno sempre la stessa informazione, l’inconscio crederà che sia vera e provvederà a manifestarla nella nostra realtà (che si tratti di salute fisica o di esperienze che vogliamo fare). Sin da quando nasciamo siamo infatti sottoposti ad ogni sorta di suggestione a partire dai nostri genitori, i quali ci ripetono continuamente le stesse cose [vedi questi miei articoli] poi veniamo programmati a credere vere tutte le cose che ci vengono dette a scuola, che sentiamo dire dagli altri e che vengono ripetute continuamente dai mass media. Perciò per poter cambiare i nostri programmi inconsci, liberandoci di tutte le programmazioni nefaste apprese dagli altri a partire dall’infanzia, basta eseguire lo stesso processo in modo inverso: ripetere sempre la stessa informazione, fino a che l’inconscio non inizia a crederci.

Tuttavia ora sappiamo che non è necessario ripetere l’affermazione 20 volte la sera prima di addormentarsi, ma che il metodo di ripetizione è ancora più semplice poiché l’inconscio è sempre in ascolto: basta ripetere le affermazioni come ci viene più naturale (ad alta voce o mentalmente), senza sforzarsi di crederci né di sentirle, continuando a ripeterle anche se vengono su pensieri ed emozioni opposte, più volte al giorno, prestando poi attenzione ai pensieri che abbiamo il resto della giornata: ossia non pensare in opposizione a ciò che si sta affermando, osservando una “disciplina mentale”.

Immaginiamo che il nostro cervello sia un’asse, sulla quale sono piantati dei chiodi (= idee, abitudini, istinti sui quali si basano le nostre azioni). Se abbiamo un “chiodo cattivo”, ossia un’idea malvagia, una cattiva abitudine, o un istinto pericoloso, noi prendiamo un altro “chiodo”, ossia un’idea, un’abitudine o un istinto buono, e diamo un bel “colpo di martello” – in altre parole operiamo una suggestione. Il nuovo chiodo metaforicamente si abbasserà, entrerà, di 1 millimetro, mentre quello vecchio uscirà di 1 millimetro. A ogni nuovo colpo (ad ogni nuova suggestione / ripetizione delle affermazioni), il nuovo chiodo si conficca di un altro millimetro, mentre l’altro continua ad uscire fuori. Così, dopo un certo numero di colpi, l’antico chiodo sarà completamente estromesso e verrà sostituito da quello nuovo. Una volta portata a termina questa operazione, l’individuo muterà il suo comportamento, adeguandosi alla nuova situazione.

ALTRE CITAZIONI UTILI, DAL LIBRO SUL METODO COUÉ:

L’autosuggestione è uno strumento che dobbiamo imparare ad utilizzare, proprio come facciamo con qualsiasi altro arnese. Bisogna diventare esperti, abili, nell’esercitare su sé stessi l’arte dell’autosuggestione [la ripetizione rende esperti! N.d.R.].


È la certezza che ci permette di ottenere ciò che vogliamo, e non la fede [la certezza si acquisisce facendo pratica, ripetendo ogni giorno le proprie affermazioni, N.d.R.].


“Ciò che vi ripetete con insistenza e molto velocemente si verificherà […]” – Émile Léon (uno studioso del metodo Coué).


“La ripetizione delle stesse parole obbliga a pensarle, e quando si pensano divengono vere per noi e si trasformano in realtà” – Émile Léon.


“Per essere padroni di sé stessi, basta pensare di esserlo e, per pensare di esserlo, basta ripeterlo senza compiere alcuno sforzo” – Émile Léon.


“Se si desidera qualcosa, basta ripetere spesso a sé stessi, per un periodo di tempo più o meno lungo, che questa cosa sta accadendo o sta sparendo (se si tratta di un fastidio)”.


“Finché ci si ripete “Io sono triste”, non si potrà mai essere allegri…”


“Siete in possesso di una forza illimitata: lo Spirito. Questo agisce sulla materia, se si è in grado di addomesticarlo. Lo Spirito o Immaginazione [Inconscio] va domato, condotto in un certo modo per poter trarre vantaggio dalla sua forza”.


“Ho constatato personalmente che perfino gli avvenimenti possono essere modificati, grazie a questo processo” – M. Burnat-Provins.

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